Quando Chloe Cole aveva 12 anni, ha deciso di essere transgender. A 13 anni ha fatto coming out con i suoi genitori. Nello stesso anno le sono stati prescritti dei bloccanti della pubertà e del testosterone. A 15 anni ha subito una doppia mastectomia. Meno di un anno dopo, si è resa conto di aver commesso un errore: aveva 16 anni. All’origine di tutto c’è stato Instagram, dove ha iniziato a essere esposta a molti contenuti dell’attivismo Lgbt: «Ho visto che le persone trans online ricevevano una quantità stupefacente di “like”, di supporto e di elogi, mentre io non avevo molti amici». E spiega: «Poiché il mio corpo non corrispondeva agli ideali di bellezza che si vedono in giro, ho iniziato a chiedermi se ci fosse qualcosa che non andava in me. Pensavo di non essere abbastanza carina per essere una ragazza, quindi sarei stata meglio come ragazzo. Nel profondo, in realtà, avrei voluto essere carina, ma è qualcosa che ho tenuto nascosto».
Ora, a 17 anni, Chloe fa parte di coloro che vengono chiamati detransitioners. Tragicamente, molti di loro dovranno combattere per il resto della loro vita con le conseguenze irreversibili di una decisione presa troppo in fretta. Il testosterone ha alterato la sua struttura ossea, affilando permanentemente la sua mascella e allargandole le spalle. Inoltre sta lottando con l'aumento dei peli sul viso e sul corpo. Ha una grande cicatrice sul petto a causa della mastectomia. «Non riuscivo nemmeno a sopportare di guardarmi all’inizio. Mi faceva venire la nausea». Ora sta aspettando di scoprire se le iniezioni di testosterone l'hanno resa sterile.
«Non posso stare zitta», dice Chloe. «Ho bisogno di fare qualcosa per i ragazzi come me e di condividere la mia esperienza per metterli in guardia. È necessario prestare maggiore attenzione alla psicoterapia: ci spingono immediatamente a intraprendere trattamenti medici irreversibili quando invece bisognerebbe concentrarsi su come aiutare le persone a non odiare il proprio corpo».
Helena Kerschner, una detransitioner di 23 anni, di Cincinnati in Ohio, si è sentita a disagio col suo corpo a 14 anni. Testimonia che i siti Tumblr pieni di contenuti di attivisti transgender hanno determinato la sua transizione. «Stavo attraversando un periodo in cui mi sentivo sola. A scuola non avevo amici, quindi mi sono rivolta a Internet». Online ha trovato una comunità che l'ha accolta. «La mia disforia è stata sicuramente innescata da questa comunità online. Non ho mai pensato al mio genere o al mio problema con l'essere una ragazza prima di andare su Tumblr».
«Ho creduto ai messaggi che mi arrivavano e mi convincevano che il problema, il male, era l'essere una ragazza bianca ed eterosessuale. Quei messaggi li ho presi davvero sul personale». Ha detto che ha sentito anche una sorta di pressione politica a favore della transizione: «La comunità sembrava molto attenta ai problemi di giustizia sociale».
Come i nostri Lettori sanno, la dottoressa Lisa Littman, ex professoressa di scienze comportamentali e sociali alla Brown University, ha coniato l'espressione "disforia di genere a insorgenza rapida" per descrivere questi ragazzi, prevalentemente femmine, che diventano improvvisamente disforiche durante o subito dopo la pubertà. La Littman ritiene che ciò sia dovuto alla particolare sensibilità delle ragazze adolescenti che hanno quasi sempre problemi di accettazione del proprio corpo che cambia, soprattutto quando si paragonano con i modelli che offrono i media e internet: in questa situazione di fragilità sono particolarmente influenzabili dai social media dove i transessualisti le convincono che il problema sia il sesso. [A questo aggiungerei il fatto che i rapporti sessuali precoci spesso non sono così soddisfacenti come ci si aspettava - sempre rispetto ai modelli offerti dagli schermi - e quindi è facile insinuare nella mente di queste ragazzine che il problema sia il sesso del partner, NdR].
Negli ultimi anni, in Occidente, il numero di minori che soffrono di disforia di genere è salito alle stelle. Per esempio, tra il 2009 e il 2019, i minori - anche bambini - sottoposti a trattamento di transizione nel Regno Unito sono aumentati del 1.000% tra i maschi e del 4.400% tra le femmine. Negli Stati Uniti il numero dei minori trans è quasi raddoppiato dal 2017 a oggi, secondo un nuovo rapporto dei Centers for Disease Control & Prevention. Secondo un sondaggio online condotto dalla dottoressa Littman l'anno scorso, il 40% degli intervistati ha affermato che la propria disforia di genere è stata causata da una condizione di salute mentale e il 62% ha detto che i professionisti consultati non hanno indagato se c fosse stato un trauma all’origine della decisione di iniziare la transizione.
È da notare come i numeri si siano invertiti: storicamente erano prevalentemente i maschi ad essere a disagio con il proprio sesso. Oggi sono le femmine.
La fretta di far “cambiare sesso” ai ragazzini è testimoniata anche da Marcus Evans che fino al 2019, è stato il direttore clinico dei servizi per adulti e adolescenti presso il Tavistock and Portman Trust, un centro di salute mentale finanziato con fondi pubblici nel Regno Unito, dove molti giovani cercano cure per la disforia di genere. Si è dimesso tre anni fa per quella che considerava l'inutile medicalizzazione degli adolescenti disforici.
«Ho visto minori, anche bambini, essere indirizzati rapidamente verso soluzioni mediche per problemi psicologici, e quando i minori salgono sul nastro trasportatore della transizione, non scendono», ha detto Evans. «La politicizzazione della questione prevale sul giusto rigore clinico. Ciò significa che i più vulnerabili cominciano un percorso medico di cui possono pentirsi».
Le transizioni diventano sempre più giovani e affrettate. I bloccanti della pubertà vengono comunemente somministrati anche a bambini di 9 anni, secondo la World Professional Association for Transgender Health. Le iniezioni di testosterone ed estrogeni vengono spesso prescritte all'età di 13 o 14 anni, e a volte vengono eseguiti interventi chirurgici seri come la mastectomia su ragazzine di appena 13 anni . I genitori devono approvare, ma molti lo fanno perché i medici li terrorizzano dicendo che il ragazzino potrebbe compiere gesti autolesionistici o addirittura suicidarsi».
I professionisti sanitari in genere seguono il modello della terapia “affermativa”, che è supportato dall'American Psychological Association, convalidando l'identità di genere espressa di un paziente indipendentemente dalla sua età. Di conseguenza, i detransitioner riferiscono spesso che ottenere gli ormoni è un gioco da ragazzi. «Tutti i professionisti sembravano spingere per la transizione medica, quindi ho pensato che fosse l'unica strada per essere felice», conclude Chloe.
Questo articolo è stato pubblicato sul New York Post, a firma di Rikki Schlott. La traduzione con adattamenti, non rivista dall’Autrice, è a cura della Redazione ed è stata già pubblicata sulla Rivista Notizie Pro Vita & Famiglia n.110 di settembre 2022