Avevamo già avuto modo di parlare dell’associazione rumena “Studenti per la Vita” e degli eventi organizzati sul tema dell’adozione come nobile scelta, alternativa su cui puntare in modo sistemico per contribuire alla battaglia per la Vita.
In Romania , dal 1958, anno in cui l’aborto è stato legalizzato, ne sono stati registrati intorno a 23.000.000. Questo numero non include gli aborti clandestini effettuati tra il 1967 e il 1989 (periodo in cui vigevano alcune restrizioni), gli aborti effettuati in cliniche private dopo il 1989 (non devono riferire le loro statistiche al Dipartimento della Salute) e gli aborti effettuati da donne rumene che lavorano all’estero.
Uno dei punti cardine di quest’associazione è una più marcata attenzione alle strategie pro-vita rispetto ad un approccio più propriamente antiabortista. “Solo un messaggio strutturalmente pro-life” dichiarano in una nota “che si presenta con le soluzioni, può essere efficace nel convincere le donne e la stessa società ad intraprendere la via della Vita.Ecco perché abbiamo ripetutamente e pubblicamente dichiarato di non osteggiare lo status giuridico dell’aborto in Romania, perché siamo principalmente interessati a sostenere le persone in stato di bisogno.”
In occasione di un evento della manifestazione di marzo una docente, Oana Baluta, nota femminista,ha provato a contestare i ragazzi alle cui però argomentazioni non ha saputo rispondere in toto, finendo per andarsene non prima di aver cercato un minimo di provocazione scattando foto aggirandosi tra i manifestanti.
Tutti gli accadimenti sono stati documentati da registrazioni video a cura degli Studenti per la Vita, abituati alle strumentalizzazione mediatiche.
Quello che non potevano immaginare è, però, che a seguito di una riproposizione giornalistica lontana dai fatti, sarebbe seguita una vera e propria opera di linciaggio anche all’interno dell’istituzione universitaria.
All’associazione, infatti, è stata ritirata, sotto pressione della Dott.ssa Baluta, la concessione a partecipare alla Fiera dell’Educazione organizzata dall’università di Bucarest. Le motivazioni? Presto dette: essere antiabortisti, un’organizzazione religiosa, fondamentalista ed estremista, aspetti inconciliabili con i valori accademici.
Tutto ciò ha una chiarissima impronta repressiva, di purificazione politica. Totalmente antidemocratica. Sarebbe compito di chi dirige un Ateneo lasciare la politica fuori dalle mura, incentivando dibattiti, confronti e capacità dialettiche. Abituando, in una parola, i ragazzi a ragionare.
L’Associazione ha inteso denunciare il trattamento vessatorio ricevuto, chiedendo a tutti di poter contribuire a sollevare le coscienze anche tramite una semplice ed educata mail inviata ai membri del Senato accademico ed ai Presidi interessati.
Invitiamo tutti coloro che volessero dare il proprio contributo a scaricare il file originale della lettera redatta dagli Studenti per la Vita alla cui calce si trovano i contatti a cui destinare le mail.
Redazione