Volantinaggio in difesa della vita nelle Facoltà dell’Ateneo universitario di Madrid e le reazioni le possiamo immaginare: un’aggressione fisica e verbale perpetrata da gruppi di femministe e di ragazzi politicamente schierati.
Il tema dell’aborto certamente alimenta discussioni e ciò è vero soprattutto in Spagna grazie alla proposta di legge -presentata a dicembre- in cui si prevede una restrizione delle possibilità di accedere all’aborto, toccando anche la fattispecie della violenza sessuale.
Questo il resoconto dell’iniziativa organizzata da un gruppo di studenti cattolici, riportata dal portale web Aleteia, i quali hanno voluto proseguire su questa strada perchè “non è possibile che abortire venga messo sullo stesso piano di andare dal parrucchiere”.
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«Es bueno que tú existas». È quello che recita il titolo di un volantino che questa settimana è stato distribuito da alcuni universitari cattolici di Madrid tra i corridoi delle loro Facoltà. Un gesto che ha suscitato non poco scalpore e reazioni violente tra gli studenti della Complutense, perché porta l’attenzione su un tema che sta scaldando gli animi della popolazione spagnola, e non solo: l’aborto e i diritti del bambino. In Spagna, infatti, il dialogo si è acceso quando, a dicembre del 2013, è stato proposto un progetto di legge che vuole restringere i casi in cui l’aborto non venga riconosciuto come reato.
Di seguito le parole di Rocío, studentessa della Complutense, rilasciate a Tracce.it il 21 marzo: «Noi con questo volantino vogliamo sottolineare qual’è il vero punto della questione: una donna che subisce violenza non risolve il suo dramma abortendo, quello che desidera è amare ed essere amata, bisogna tornare al valore della persona»
Violenza ideologica
«Quando è uscito il volantino che dava un giudizio chiaro sulla situazione, abbiamo deciso di distribuirlo nella nostra Facoltà». Ma già mercoledì, volantinando tra i corridoi di Scienze Politiche, sono stati aggrediti da un gruppo di femministe e da ragazzi politicamente schierati. «Sapevamo che saremmo finiti nella fossa dei leoni», racconta, «Appena abbiamo cominciato a dare i volantini ci hanno attaccati a parole e fisicamente. Da noi questo argomento è un tabù, sono quasi tutti favorevoli all’aborto e non c’è nessuno che porta una visione come la nostra». Ma non è la prima volta che distribuiamo volantini di giudizio in Università, ed è sempre nato qualcosa di bello da questi gesti. Il male e la violenza ci sono, e mi fanno paura, ma, guardando la mia esperienza, in queste occasioni sono sempre nati, nel dialogo, dei rapporti che sono un bene. E alla fine è questo ciò che rimane».
Quindi, nonostante tutto, giovedì hanno ripetuto il gesto alla facoltà di Scienze dell’informazione, dove si è verificata la stessa scena di violenza. «Mi sono chiesta più volte se era veramente utile quello che stavamo facendo, visto che nessuno aveva intenzione di ascoltarci: chi ci attacca parte da una posizione ideologica, non vuole sapere nemmeno quello che abbiamo da dirgli», riprende a raccontare Rocìo. Ma anche questa volta sono stati sorpresi: «Alcune ragazze, che hanno un giornalino, si sono avvicinate e ci hanno chiesto cosa avevamo da dire, con altri abbiamo iniziato un dialogo, anche se sostenevano una idea diversa dalla nostra».
Dialogo e incontro
Come anche alcuni ragazzi comunisti dell’associazione “Tempi moderni”, che Rocío aveva conosciuto in Università: «Con loro è nato un bellissimo rapporto, ci aiutiamo, e uno di loro leggendo il volantino ha detto: “che invidia, magari potessi dire io una cosa così”. E continua «Noi non volevamo imporre la nostra idea, ma far riflettere sul problema, perché a volte sembra che abortire sia come andare dal parrucchiere».
Il cuore dell’uomo è uguale per tutti
E conclude: «Io avevo paura, la violenza mi irrigidisce, ma poi ho pensato che se la paura e il male ci bloccano allora vuol dire che vincono». Invece no, e questo gli altri lo vedono: «Il mio non è coraggio, ma la certezza del bene, che è lo stesso per tutti gli uomini». La violenza è quella che fa più rumore ma «vedendo le femministe ho provato un moto di tenerezza perché desidero questo anche per loro. Mi veniva da pensare: “io sono più libera di voi, perché non leggete nemmeno un volantino che porta un’idea diversa dalla vostra. Non è vero che io non sono libera perchè mi costringete ad andarmene”. Ed un’ultima scoperta: “Il cuore dell’uomo è uguale per tutti, di questo sono certa. E i nostri amici comunisti ne sono la prova evidente”».
Redazione
Fonte: Aleteia