Le polemiche e gli attacchi che hanno preceduto il convegno di oggi, all’auditorium Testori di Milano, “Difendere la famiglia , difendere la comunità”, forse hanno contribuito a fargli pubblicità.
Certamente è stato un successo: 1500 persone (che hanno dovuto essere scortate e custodite da uno schieramento di forze dell’ordine paradossale per prevenire ogni possibile contatto con i contestatori: se ne attendevano migliaia, saranno stati 200, poco efficaci, un po’ svociati, stonati e – come sempre – piuttosto volgarotti...)
Tanto che Maroni propone al direttore di Tempi, Luigi Amicone, di creare un forum permanente delle famiglie “che sia un punto di riferimento per discutere su quanto serve e quanto bisogna fare in Lombardia in questo settore”.
Il Presidente della Regione ha anche ribadito che l’utilizzo del logo di Expo Milano 2015 è stato assolutamente appropriato: “Non solo ho voluto lasciarlo – ha sottolineato – ma intendo rilanciare. Il tema dell’Esposizione universale è: ‘Nutrire il pianeta, energia per la vita’. Oggi ho capito che qui noi vogliamo nutrire i nostri valori”.
In effetti la Regione Lombardia “ha sempre fatto molto e continua a fare tantissimo per la famiglia ... dai fondi ‘Nasko’ e ‘Cresco’ che abbiamo mantenuto, fino all’ultimo provvedimento varato solo un mese fa, con il quale la nostra Giunta ha destinato alle famiglie con componenti fragili e per la conciliazione famiglia/lavoro, ben 87 milioni, nonostante i pesanti tagli di Roma sul bilancio della Regione. Siamo riusciti a trovare questi soldi – ha concluso – perché vogliamo che anche nel 2015 prosegua il sostegno concreto di Regione Lombardia alle famiglie in difficoltà”.
Ha poi detto: «Il nemico numero uno della famiglia è il fisco, perché una famiglia italiana paga in media al fisco il 67 per cento del suo reddito, contro il 46 per cento della Germania».
Marco Scicchitano, ricercatore clinico ITCI e coordinatore Progetto Pioneer, e la giornalista Costanza Miriano, hanno ribadito le differenze fisiche, psichiche e psicologiche naturali tra maschi e femmine e hanno denunciato alcuni «falsi miti di progresso»: «Ci hanno venduto la contraccezione come un modo per dare potere alle donne e invece glielo toglie, perché generare la vita è il più grande potere che esista».
Mario Adinolfi, direttore del quotidiano La Croce, si è chiesto: «Perché ci esaltiamo quando dico che tutti siamo nati da un uomo e una donna? È un’affermazione banale, ovvia, anche se oggi lo è sempre di meno ... I bambini non sono cose e non si possono comprare con l’utero in affitto. Questo è un dato di verità e la politica deve sempre difendere i soggetti più deboli. Ci dicono che siamo medievali, ma se non riconosciamo più queste cose torniamo molto più indietro, a duemila anni fa, quando gli schiavi si compravano al mercato e i bambini difettosi venivano gettati dalla rupe».
Redazione