Un giudice della California ha dichiarato incostituzionale la legge dello Stato che legalizza il suicidio assistito (che è omicidio del consenziente, ricordiamolo).
Il giudice ha rilevato un vizio procedurale: il legislatore statale non avrebbe dovuto approvare la legge sul suicidio assistito durante una seduta in cui si discuteva di altre questioni sanitarie.
Più di 100 persone , intanto, sono state “suicidate” in forza della legge in questione.
Gli avvocati della Life Legal Defense Foundation hanno sostenuto che il suicidio non è assistenza sanitaria.
Il giudice della Corte Superiore di Riverside, Daniel Ottolia, ha convenuto che la questione non rientra nell’ambito dell’accesso ai servizi sanitari, né di finanziamento dell’assistenza sanitaria, che era l’oggetto della seduta del parlamento.
Il Procuratore Generale della California Xavier Becerra si è opposto, ma il giudice Ottolia ha ance riconosciuto ai medici ricorrenti il diritto di rappresentare i malati terminali e gli altri pazienti nel cui interesse eventuali leggi sul suicidio assistito vanno discusse e approvate dopo appropriata riflessione assemblee legislative preparate in materia.
Stephanie Packer, cui è stata diagnosticata una malattia terminale, era presente all’udienza. Dopo l’approvazione della End of Life Option Act, la compagnia di assicurazioni di Stephanie le ha negato la copertura del trattamento di chemioterapia salva-vita, ma ha detto che le avrebbe pagato il veleno per togliersi di mezzo.
Ha detto a LifeNews: «I sostenitori suicidio assistito parlano di dignità, scelta, compassione e assenza di dolore. Sono qui a testimoniare che nulla potrebbe essere più lontano dalla verità. La scelta è davvero un’illusione per pochissimi. Per troppi, il suicidio assistito è l’unico “trattamento” accessibile che viene loro offerto».
Redazione