Quando sono stato minacciato di morte per la prima volta - poco dopo aver fondato ProVita, il mio primo pensiero è stato: «È incredibile che ci siano delle persone che hanno il tempo e la voglia di rimuginare e proclamare tanto odio!». E invece, purtroppo, gli episodi di violenza verbale e fisica nei confronti di chi difende la vita, la famiglia e i valori (e quindi nei confronti dei Cristiani) sono sempre più frequenti e sempre più gravi. Certamente, viviamo in una società violenta che veicola certi messaggi deleteri persino nei cartoni e nei videogiochi dei bambini. Ma il problema della violenza contro i pro life è che essa viene considerata una violenza “accettabile”. Ricorda un po’ gli Anni di Piombo, quando a scuola si insegnava che “uccidere un fascista non è reato”.
Oggi, tutti sono pronti a stigmatizzare - giustamente - ogni minimo segno di violenza nei confronti delle donne, dei gay, dei neri, delle varie minoranze più disparate, ma della violenza nei confronti dei pro life non se ne parla proprio. Non conta.
In questo numero di Notizie ProVita & Famiglia ci siamo chiesti perché.
Basterà una modica donazione a ProVita & Famiglia per ricevere mensilmente questa rivista, uno strumento importante di formazione e di informazione, dove vengono pubblicati articoli inediti: non perdete questa occasione!