Uno dei momenti più toccanti durante il campionato di baseball 2013 è il seguente: il 18 aprile, dopo un discorso di incoraggiamento di Teddy Kremer, Todd Frazier, suo “migliore amico e il miglior battitore della squadra”, giocatore alla terza base del Cincinnati Reds, ha strappato due fuoricampo a John Maine, portando i Reds in vantaggio a 11-1 oltre il Miami Marlins in sesta posizione.
So che non c’è da piangere nel baseball, ma porto ancora le lacrime di assoluta gioia nei miei occhi. Ciò che rende il momento ancora più commovente è che tutto questo non sarebbe mai successo se i genitori di Teddy avessero ascoltato il genetista, il quale aveva detto loro 30 anni fa, prima che Teddy nascesse, che il proprio figlio non avrebbe avuto più del 40 per cento di quoziente intellettivo, e che probabilmente non avrebbe potuto né parlare, né camminare e che lo avrebbero dovuto portare in istituto.
La vita di Teddy ed il suo rapporto con i Reds sono stati recentemente raccontati in un programma sportivo emesso da un canale televisivo statunitense. [Clicca qui per guardare il video dove si osserva quale impatto suscita Teddy sull’ottimismo dei Reds e dei suoi genitori].
Spero che il genetista possa vedere tutto questo.
Vorrei poter dire che il mondo ha migliorato il suo approccio alla sindrome di Down negli ultimi 30 anni. Invece, gli scienziati moderni sono riusciti a far considerare la parola eugenetica come qualcosa di positivo, distinguendo la loro visione da passate politiche eugenetiche. L’enfasi, ora, è sulla “riproduzione selettiva” e sulla “scelta” dei genitori di decidere che tipo di bambino si desidera avere. Il risultato è stato la missione distruttiva di eliminare le persone con sindrome di Down attraverso l’aborto eugenetico.
Una volta osservata la felicità così pura e genuina di Teddy e l’espressione di Todd, ditemi davvero se Teddy non sarebbe dovuto mai nascere: vi sfido.
Vai Teddy! Vai Reds!
Traduzione a cura di Veronica Palladino
Clicca qui per leggere l’articolo originale pubblicato da Nationl Right to Life in lingua inglese
di Chelsea Zimmerman