Possiamo definirla una delicata e accattivante guida pratica, “Tesori femminili” che fornisce conoscenze scientifiche e consigli pratici, per aiutare le donne a vivere in armonia con il proprio corpo e la propria femminilità, in ogni “stagione” del suo ciclo e della sua vita. Una sorta di compendio frutto del laboratorio “Trésors de Femme” dell’ostetrica Cécile de Williencourt che, sulla base della propria esperienza professionale e di vari incontri condotti con donne e coppie, ha raccolto dati scientifici e esperienze femminili per approcciare i vari argomenti presenti nel libro. Tuttavia, l’attenzione su questa pubblicazione così particolare, è frutto dell’attenta osservazione di un’altra ostetrica, Rachele Sagramoso che ha voluto che questo libro venisse introdotto in Italia, avvalendosi anche sapiente traduzione del giornalista Giovanni Marcotullio. A Lei, Pro Vita & Famiglia ha rivolto alcune domande.
Che ruolo ha avuto Lei, rispetto a questo libro?
«Io non posso dirmi curatrice ma mi ha colpito molto e l’ho messo in risalto: un giorno guardando su facebook un post di Thérèse Hargot che scriveva che avrebbe volentieri regalato questo libro alla figlia dodicenne, mi sono incuriosita, l’ho scaricato in e-book dal francese e mi è subito sembrata una presentazione interessante e coinvolgente. Le immagini sono molto delicate, al contrario di molti libri di educazione sessuale che sono spesso volgarotti. Così ho deciso di chiedere la traduzione al giornalista e saggista Giovanni Marcotullio. La peculiarità di questo libro è che ci sono tante pubblicazioni che parlano della cura del bambino, ma si arriva fino ad un certo punto, ovvero non si parla di educazione sessuale con un approccio globale alla persona, invece questo è un libro di educazione sessuale delicato».
Peraltro in questo libro c’è anche la scoperta del mondo maschile, ci sono disegni sia sull’anatomia del corpo femminile, sia maschile…
«La cosa che mi è piaciuta è innanzitutto che si dia per scontato che la coppia sia quella maschile e femminile e che la donna sia la custode della vita. Inoltre trovo interessante l’aver messo sul medesimo piano, quello che è l’anatomia, la fisiologia, quello che accade durante il ciclo mestruale e ovulatorio e la fertilità vista dalla coppia. Si dà per scontato il fatto che l’uomo e la donna debbano conoscersi nella loro fertilità: ad esempio viene diviso l’intero ciclo mestruale in stagioni, l’autrice ne fa un vero e proprio quadro, però nei riquadri viene poi spiegato anche all’uomo, come si senta la donna in quel momento, cosa può fare l’uomo quando la donna soffre»
Questo può essere importante anche per abbattere alcune credenze un po’ misogine legate al ciclo mestruale, sull’ingiustificata irritabilità femminile?
«Certamente e questo avviene perché alla donna abbiamo tolto tantissimo: l’essere le custodi della vita, la pretesa che la donna viva e si comporti come se non avesse il ciclo, al punto che si fa un uso improprio della pillola per annullare gli effetti del ciclo. Insomma, abbiamo mascolinizzato la donna, la gravidanza e il periodo dell’allattamento, tutte cose di cui questo libro parla, come stagioni fisiologiche di una stagione della vita della donna, come fa con la menopausa».
Quindi oggi quasi non si perdona alla donna di vivere queste stagioni fisiologiche della vita?
«Ne calmieriamo gli effetti, come avviene per il ciclo: cancelliamo ad esempio il ciclo con la pillola anticoncezionale, che ho visto prescritta a bambine di tredici anni con forte dismenorrea e fatta ingurgitare per 10 anni, per evitare il dolore. Invece, così si cancellano dei sintomi e dei segni che sono fondamentali»
Alla luce di quanto detto, dunque, questo libro ha anche lo scopo di spingere le donne a riappropriarsi della propria femminilità?
«Certo, le donne non conoscono ancora bene il proprio corpo: se si chiede ad una donna in età fertile se conosce il momento in cui va in ovulazione, se è segno di salute l’ovulazione o la perdita mestruale, risponderà sempre nel secondo modo, invece non è affatto così. L’ovulazione è segno di salute e se le donne cominciassero a conoscerla si emanciperebbero, ma questo non lo si vuole perché ovviamente si tende a promuovere gli anticoncezionali».
Possiamo dire che gli anticoncezionali hanno reso la donna, al contrario, schiava del piacere altrui?
«Certo, il problema è che si illude la donna che le sia stato dato il potere anticoncezionale, invece, non è stato dato alla donna ma all’uomo. E’ l’uomo che così se ne lava le mani, non la donna, queste cose danneggiano la donna fisicamente ma anche la coppia nella relazione. Invece questo libro parla di queste tematiche ed è questa la sua peculiarità, dal punto di vista della relazione».