Abbiamo dovuto parlare più volte – con sommo dolore – del fenomeno inquietante dei transgender bambini (qui, qui, e qui e qui. Abbiamo riportato fatti che accadono in Cile, in Scozia, in Argentina, in Norvegia... in Toscana).
Non è bello leggere di certe cose. E’ ancora più brutto doverne scrivere.
Però queste cose vanno dette e vanno sapute. Oggi, è necessario riflettere sui numeri pubblicati recentemente da Zenit: due milioni e seicentomila sterline spesi dal Servizio Sanitario Nazionale del Regno Unito per sottoporre oltre mille bambini alle cure ormonali propedeutiche all’operazione di riassegnazione del sesso.
I cosiddetti farmaci ipotalamici, che vengono somministrati a bambini da 9 anni in poi, bloccano la pubertà. Così, crescendo, il bambino resterà con i caratteri sessuali naturali poco sviluppati e, se sceglierà di fare l’operazione per “cambiare sesso”, sarà più facile sia dal punto di vista endocrinologico, sia dal punto di vista estetico contrastare il dettato naturale.
Nel 2010 erano stati contati 97 casi di bambini con disforia di genere; 1.013 i casi registrati in soli nove mesi dello scorso anno.
I medici britannici sono preoccupati. “Meno male”, diremmo, se non fosse che la loro preoccupazione è squisitamente economica, perché – pare – il SSN non ce la fa a sostenere questi ingenti costi.
Ovviamente, anche nel Regno Unito esistono persone sane di mente e professionisti seri che hanno tentato di opporsi a questa deriva. Il buon senso e anche la scienza dicono che “cambiare sesso” non si può. Le persone con disforia di genere vanno rispettate, comprese, aiutate, ma l’operazione deve essere una ratio extrema, giustificata solo da fattori genetici e (quindi fisici) molto seri. Ancora oggi, il dottor Robert Lefever ha spiegato in televisione il suo totale disaccordo su questa politica: “Cambiare sesso ai bambini è diventato una moda!”, ha denunciato al The Sun.
Infatti, tutti i professionisti responsabili dicono che i bambini vanno lasciati in pace: nei rari casi in cui la disforia di genere sia reale e grave, gli specialisti, e soprattutto l’amore dei genitori, sono in grado di aiutare i piccoli a superarla. Nel 90% dei casi, comunque, la disforia nei bambini rientra da sé.
Tutte queste ragioni, però, sono state incredibilmente ignorate nel Regno Unito: la propaganda dell’ideologia del gender ha ottenuto il risultato che si prefiggeva: genitori confusi e male informati, autorità cieche ai veri bisogni delle persone e al bene comune; e, soprattutto, come denuncia da anni Walter Heyer, grassi profitti per le industrie farmaceutiche e le cliniche specializzate in tali operazioni.
Chi ne paga le conseguenze? I bambini. Che domani saranno adulti infelici, quindi in crisi, inclini alla depressione, all’abuso di sostanze...
A completare il macabro quadro della situazione la notizia che riguarda l’ente cui la prova generale di questa follia criminale di Stato è stata affidata, la Fondazione Tavistock and Portman. Sempre Zenit: “Diversi libri e articoli coinvolgono la Tavistock al progetto clandestino della Cia denominato Mk-Ultra, che ebbe inizio negli anni ’50 per influenzare e controllare il comportamento delle persone”.
Non credo che possiamo far qualcosa per i ragazzini inglesi. Ma ancora possiamo evitare che queste ‘pratiche scientifiche’ vengano diffuse anche qui in Italia? (già al “Careggi” di Firenze, come abbiamo già accennato, si possono ottenere cure ormonali per bambini transgender)
Anche se sono dolorose, queste notizie vanno date, di queste cose bisogna parlare, perché l’ideologia gender si fa propaganda in mille modi, ma noi possiamo e dobbiamo arginarla.
Francesca Romana Poleggi