«Isabella Conti (sindaco Pd del comune di San Lazzaro, in provincia di Bologna ndr) registra atti di nascita di bambini che sarebbero nati da coppie omogenitoriali. Potrebbe trattarsi di atti illeciti, chiediamo alle autorità preposte di indagare». Così a Pro Vita & Famiglia Matteo Di Benedetto, capogruppo della Lega al consiglio comunale di Bologna e presidente della Commissione Bilancio.
La vicenda a cui si riferisce Di Benedetto è, appunto, la trascrizione anagrafica di un bambino con due “papà”, ad opera del sindaco di San Lazzaro, nel bolognese. Un atto che - come ha già denunciato Pro Vita & Famiglia ieri - legittima la barbara e disumana pratica dell’utero in affitto. «Non esistono modi per generare bambini - prosegue Di Benedetto - e quindi farli nascere in questi casi, se non l’acquisto tramite utero in affitto, che in Italia è illegale. Si chiarisca se si è utilizzata questa pratica. Non stupisce questa linea politico-ideologica - prosegue il consigliere - fu proprio la lista “anche tu Conti”, con un ordine del giorno, mai smentito, nonostante l’invito pubblico di Pro Vita & Famiglia a prendere le distanze, a prima firma del capogruppo Filippo Diaco, a scrivere nero su bianco che “il Comune di Bologna riconosce come famiglia qualsiasi legame affettivo”, quindi ad aderire a una concezione fluida di famiglia».
«Una linea politica evidentemente condivisa anche dalla fondatrice della lista. Una posizione ideologica - aggiunge Di Benedetto - mascherata da strumento di difesa dei bambini, come affermato dalla Conti che dice che il bambino sarebbe stato un fantasma davanti allo Stato. Il bambino non era un fantasma e godeva già di ogni diritto insistente in capo a ogni persona in Italia. Inoltre, essendo che il padre biologico è comunque riconosciuto come tale dallo Stato, anche questo legame aveva già un riconoscimento. Basta fare campagne politiche ed elettorali - come succede ora in vista delle prossime elezioni - sulla pelle dei bambini», la conclusione di Matteo Di Benedetto.