12/04/2014

Trento, le Sentinelle in piedi e quelli della banalità al potere

La quinta veglia delle Sentinelle in Piedi in pochi mesi in Trentino mostra principalmente una cosa: il numero di adesioni alla manifestazione, di volta in volta, cresce in modo esponenziale, sintomo o –se si preferisce- campanello d’allarme di un contesto politico in cui una sempre più vasta parte della cittadinanza diviene consapevole dei rischi a cui stiamo andando incontro.

Ieri a Trento, nella spettacolare Piazza Duomo, erano presenti più di 300 sentinelle: anziani, famiglie con bimbi ed interi gruppi di ragazzi. Le più diverse estrazioni sociali e culturali, un paio di religiosi e studenti usciti dalle vicine facoltà.

Poi c’erano gli altri, le associazioni GLBT seguite dai consueti compagni del centro sociale Bruno, sito in un edificio concesso in comodato d’uso gratuito dalla Provincia di Trento, e molti personaggi giunti da fuori regione, come testimoniato dal tam tam mediatico su facebook. Nel nord Italia, infatti, in risposta al ricco calendario di appuntamenti proposti dalle Sentinelle, Arcigay/Arcilesbiche e collettivi annessi si sono organizzati in modo tale da poter muovere i propri simpatizzanti di città in città, per soccorrere i compagni delle città in cui le Sentinelle si presentano.

Decisamente più organizzati rispetto alla veglia del mese scorso, i contromanifestanti hanno messo in scena però la solita scontata presenza: accerchiamento delle Sentinelle, apponendo dei cartelloni, e svenimenti ai piedi dei veglianti. Contenuti degni dei corsi di autocoscienza femminista delle comuni degli anni ’70, slogan triti e ritriti –probabilmente resteranno buoni per le consuete manifestazioni del 25 aprile. Qualche bacio lesbo o gay ma nulla in tutto.

Essere “colorati” (avere al polso legato un palloncino) e lanciare cuoricini al termine della veglia non significa matematicamente essere vivi. Anzi. Ed al loro slogan “l’omofobia uccide”, cosa che, dati alla mano, sappiamo essere una bufala, si potrebbe contrapporre un ben più adeguato “la banalità ti fa male”. La banalità ti rende un piccolo tassello di una grande macchina –quella dell’ideologia gender- che ha come unico scopo quello di affermare egoisticamente se stessa, non di promuovere il bene del tuo popolo e dell’intera umanità.

Chi rappresenta più la vivacità della vita? Un militante GLBT svaccato a terra che si fa i selfie (come va di moda chiamare gli autoscatti) avendo come sfondo i sanpietrini e la propria borsa, la cui grandezza denunciava la presenza del cambio vestiario per la notte di chi viene da fuori regione, od una madre in piedi a leggere un libro con il proprio figlio di pochi mesi addormentato nella fascia colorata entro cui si è accoccolato? Chi rappresenta di più la gioia di vivere? Il padre con la maglietta di emergency venuto a vegliare assieme al figlio od il ghigno delle contromanifestanti che andavano ad importunare le Sentinelle. Chi è più sereno? Chi manifesta in difesa della famiglia e dei diritti dei bambini o chi vorrebbe quegli stessi bambini creare con inseminazione artificiale in un utero in affitto da concedere alle cure di una coppia, regolarmente sposata, di transessuali?

Ostentare la felicità quando si vive di livore e materialismo non serve: quanto il vestito non può fare il monaco, come dice un vecchio adagio, un palloncino colorato  non ti tramuta in un cittadino vitale.

La manifestazione si è conclusa comunque senza problemi: com’è ovvio, le Sentinelle non hanno ceduto alle istigazioni. Le forze dell’ordine presenti nulla hanno fatto per impedire ai contromanifestanti di disturbare la veglia, confidando nella civiltà di chi era in piazza solo per difendere la famiglia che, finito il tutto, si è allontanato senza degnare di attenzione le persone che continuavano a provocare. Del resto, le mamme dovevano andare a fare la spesa ed i padri tornare a casa per cenare in famiglia.

È questo il punto: le Sentinelle rappresentano la società, viva ed attuale, solo molto più consapevole dei disegni di disgregazione che sono in atto. Gli altri rappresentano esclusivamente se stessi.

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Redazione

 

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