Il nuovo Discorso sullo stato dell’Unione tenuto dal presidente degli Stati Uniti lo scorso 5 febbraio, è stata una nuova e preziosa occasione in cui Trump ha chiarito ancora una volta la sua linea d’azione riguardo la vita nascente. Il presidente, nel descrivere le condizioni generali della nazione sotto il profilo sociale, economico e politico, e l’agenda governativa corrente, ha affrontato anche l’argomento dell’aborto, con particolare riferimento anche alla terribile legge approvata ultimamente nello stato di New York che prevede la possibilità di abortire oltre la ventiquattresima settimana di gravidanza, in pratica fino alla nascita.
Trump ha affermato in particolare che «non potrebbe esserci contrasto maggiore con la bella immagine di una madre che tiene in braccio il suo bambino rispetto alle agghiaccianti immagini che la nostra Nazione ha visto nei giorni scorsi. I legislatori di New York hanno applaudito con gioia per l’approvazione di una legislazione che permette a un bambino di essere strappato dal grembo materno pochi istanti prima della nascita. Questi sono bambini che vivono, sentono, che non avranno mai la possibilità di condividere il loro amore e i loro sogni con il mondo […]. Per difendere la dignità di ogni persona, chiedo al Congresso di approvare una legislazione che proibisca l’aborto a breve termine di bambini che possono provare dolore nel grembo materno».
Affermazioni clamorose dato che per la prima volta, il presidente più potente del mondo, in un contesto così importante, ha pubblicamente e ufficialmente chiesto al suo governo di fermare un’ecatombe di innocenti e questo, al di là di tutte le macchinazioni intraviste dai vari commentatori, è e rimane un dato di fatto straordinario. E per essere ancora più chiaro, Trump ha concluso la sua difesa della vita nascente dichiarando: «Lavoriamo insieme per costruire una cultura che nutre la vita innocente. E riaffermiamo una verità fondamentale: tutti i bambini, nati e non nati, sono fatti nella santa immagine di Dio».
Manuela Antonacci