Un'ondata di preoccupazione sta emergendo in seguito alla presentazione di emendamenti da parte di parlamentari laburisti britannici al disegno di legge sulla giustizia penale del governo conservatore, che mirano a depenalizzare l'aborto.
Gli emendamenti proposti, in particolare quello di Diana Johnson, suggeriscono la rimozione di alcune sezioni della legge penale che impedirebbero alle donne di abortire in qualsiasi momento della gravidanza, per qualsiasi motivo. Questo rappresenta una grave minaccia per la vita dei non ancora nati, permettendo aborti indisturbati fino al termine della gravidanza.
L'emendamento di Stella Creasy mira a intensificare ulteriormente questa depenalizzazione, proponendo di abrogare anche la sezione 60 dell'Offenses Against the Person Act 1861 e dell'Infant Life (Preservation) Act 1929, che attualmente agisce come un deterrente contro l'infanticidio.
Queste proposte estreme sollevano gravi preoccupazioni etiche e legali. I parlamentari sembrano usare casi isolati e rari di azioni legali per giustificare una revisione radicale delle leggi sull'aborto. Tuttavia, questa non è la soluzione adeguata per affrontare tali situazioni. Invece di proteggere la vita e la salute di donne e bambini, queste proposte sembrano guidate da un'agenda ideologica che ignora i rischi e le conseguenze della depenalizzazione dell'aborto.
Inoltre, la politica della "pillola per posta" adottata dal British Pregnancy Advisory Service (BPAS), che consente alle donne di ottenere pillole abortive senza una consultazione di persona, ha aggravato il problema, portando a casi di aborti illegali e pericolosi. Il caso di Carla Foster, che ha ottenuto le pillole abortive mediante false informazioni, ne è un esempio tragico.
Le conseguenze di questa politica hanno portato a un aumento degli aborti illegali e tardivi, oltre a esporre donne traumatizzate a processi legali e alla morte di bambini pienamente vitale. Tutto ciò avrebbe potuto essere evitato con un'adeguata supervisione medica e una politica più responsabile.
Le proposte di emendamento, quindi, non solo minaccia la vita dei non ancora nati ma ignora anche i pericoli reali che le donne affrontano a causa di politiche di aborto irresponsabili.
Fonte: Catholics Herald