Proprio in queste ore, le foto di Uma Louise appena nata stanno facendo il giro del web. La bimba sarebbe stata generata dall’incontro tra il seme di Matthew e l’ovulo della sorella del suo compagno, Elliot, in seguito impiantati nel ventre della madre di Matthew. Così leggiamo in su Dagospia, che spiega nel dettaglio la vicenda.
Mentre, però, i media si impegnano a raccontare questa storia, ritraendo un meraviglioso quadretto “familiare”, dove, dopo aver combattuto per veder riconosciuti i propri “diritti”, i due vissero felici e contenti, sarebbe utile, piuttosto, focalizzare l’attenzione su alcuni dettagli impossibili da vedere in superfice, ma non per questo meno importanti.
L’esistenza stessa della bimba, infatti, ha avuto inizio attraverso la fecondazione in vitro, una pratica che, oltre a comportare numerosi rischi a lungo termine, sia alla donna che vi fa ricorso, sia ai bambini che nascono, causa inevitabilmente una vera e propria strage degli innocenti (gli embrioni sacrificati per questa pratica in soli dieci anni sono circa 165.000).
Inoltre, non si può ignorare il rapporto materno-fetale, che si stabilisce a livello biochimico e psichico sin da subito nella gestazione. Pertanto, come ha giustamente affermato Francesco Agnoli, «un bambino privato della madre genetica e gestazionale […] è un bambino a cui vengono sottratti il più intenso rapporto psico-fisico che egli abbia mai sperimentato e che forse sperimenterà mai e importantissimi momenti di maturazione psico-fisica; per non parlare del fatto che a quel bambino verrà negata una presenza che il semplice buon senso riconosce importante, nel corso della vita, come lo è stato nel suo principio».
E in tutto ciò, la madre di Matthew, spiegando la sua scelta di portare in grembo la bimba, avrebbe affermato: «Ho voluto farlo come un dono di una madre al proprio figlio». Atto nobile, apparentemente. Ma ai diritti di Uma Louise chi ci pensa? Chi pensa che già con la sola fecondazione in vitro si poteva mettere a rischio la sua vita? Chi tutela il suo diritto ad avere una mamma e un papà?
Questa bimba, insomma, è un diritto di qualcuno? È un regalo da poter fare a un figlio? O è una persona e, come tale, è un soggetto di diritto?
Luca Scalise