I consiglieri regionali della Lega presso la regione Umbria, Daniele Carissimi, Paola Fioroni e Stefano Pastorelli, hanno presentato – ed è stato approvato – un importantissimo “atto di indirizzo”, intitolato significativamente così: “Sostegno alle donne in gravidanza e alla vita nascente”. A favore ha votato tutto il centro destra (11 voti), contrario il centrosinistra (4 voti, Pd e M5S).
La proposta, malgrado le polemiche che ha suscitato, servirà a finanziare, come si legge sul sito del Consiglio regionale umbro, «interventi di promozione e realizzazione di progetti individuali di accompagnamento alla gravidanza». Ma anche iniziative di «promozione del valore sociale della maternità da parte di organizzazioni e associazioni operanti nel settore della tutela materno-infantile».
ABORTO: LO STATO DIA ALTERNATIVE CONCRETE ALLE DONNE! - FIRMA LA PETIZIONE
Secondo Daniele Carissimi, primo firmatario della proposta, «la Regione Umbria dedica particolare attenzione ai temi della famiglia e della natalità». Adoperandosi da molto tempo per sostenere le famiglie «nel momento della nascita di un figlio e durante la sua crescita». E questo, visto l’inverno demografico denunciato da tutti, sarebbe giusto che avvenisse ovunque, e con il sostegno di tutti i partiti in campo.
Il consigliere sottolinea le «ingenti risorse stanziate» dalla regione Umbria al fine di non lasciare sole le famiglie in difficoltà, in modo speciale nel momento della gravidanza, della nascita dei bambini e lungo «il percorso di crescita» dei figli. Tra queste misure, che esistono già ma che saranno rafforzate grazie a questa mozione, figurano molti aiuti alla natalità e a chi si fa carico dei nuovi cittadini. Spiccano per concretezza, «il bonus bebè, il bonus per le rette degli asili per bambini da 0 a 6 anni, le borse di studio da 6 a 18 anni, il bonus campi estivi, l’estensione della no tax area alle borse di studio per gli universitari, nonché alcuni interventi a sostegno per le neo-mamme».
Tutte misure di buon senso che vanno nella direzione giusta e recepiscono le parole gravi che lo statistico Gian Carlo Blangiardo, già presidente dell’Istat, non si stanca di ripetere da anni e che ultimamente ha ribadito agli Stati generali della Natalità. Stati generali che hanno avuto l’approvazione e il plauso – e la partecipazione - sia del presidente del Consiglio Giorgia Meloni che di papa Francesco.
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In tal senso i consiglieri di centro destra chiedono alla Giunta di istituire un Fondo regionale, come già avvenuto in Piemonte, «per prevenire le interruzioni volontarie di gravidanza e attuare compiutamente la parte preventiva della L. 194/1978». Tale fondo aiuterebbe le donne incinte a «rimuovere gli ostacoli di natura economica e sociale che impediscono la costituzione e lo sviluppo di nuove famiglie». Il Fondo in questione sarebbe, oltre che socialmente utile, anche di grande valenza simbolica, etica e culturale, mettendo in luce che, se la nascita è un bene in sé e per sé, l’aborto è certamente un disvalore.
Le severe critiche a queste proposte da parte del centro sinistra appaiono strumentali e ideologiche, oltre che antistoriche. Per ragioni elettorali, si finge di ignorare la crisi sociale ed economica del sistema Paese, direttamente collegata al crollo della natalità italiana.
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