Secondo la Giunta regionale dell’Umbria entro il 31 luglio va approvato il bilancio e con esso una serie di provvedimenti legislativi per accedere a importanti finanziamenti statali: quali provvedimenti? La legge sulla “partità di genere” e le norme su “discriminazioni sull’identità sessuale e di genere”.
Norme come – per esempio – una sorta di certificazione “gay friendly”
da parte delle aziende, che saranno sottoposte a sanzioni se risulteranno
in fallo secondo l’inappellabile giudizio di associazioni gay.
Il tutto avviene sotto il solleone, alla chetichella, mentre la società civile è “in vacanza”.
Un appello alla ragionevole resistenza viene dal vice presidente del Consiglio regionale, Andrea Lignani Marchesani, che dichiara in una nota pubblica: “L’appello è a tutti i Consiglieri che non intendono sottostare ad una vera e propria “dittatura culturale”, che stravolge il diritto naturale: facciamo naufragare questi disegni di legge. O, quanto meno, rimandiamone la discussione e si consentano momenti più liberi e più approfonditi di riflessione.”
Redazione