Torna il progetto “Un Dono per la Vita” di Pro Vita & Famiglia, giunto ormai alla sua 15esima edizione, con il quale ieri mattina, nella sua sede romana, la Onlus ha consegnato passeggini, culle, ciucci, biberon più alcuni giocattoli, questi ultimi forniti dall'Azione Cristiana Evangelica.
A ricevere i beni di prima necessità per accogliere una nuova vita 10 donne, di varie nazionalità, che si trovano in difficoltà economiche e sociali. Dal 2019 ad oggi, infatti, Pro Vita & Famiglia - con le varie edizioni del progetto, è riuscita ad aiutare oltre 120 madri. Tante, anche oggi, le storie e le difficoltà - diverse - di chi si trova ad affrontare molti ostacoli ma non rinuncia a portare avanti la gravidanza.
Come Stella e Asia, entrambe nigeriane: la prima partorirà tra meno di un mese, mentre l’altra è al sesto mese e, da 19 anni in Italia ma ora senza lavoro, aspetta il suo quarto bambino.
Oppure Elida e Katy, latinoamericane provenienti rispettivamente da Honduras e Peru. In particolare Elida aspetta il suo primo figlio, una femminuccia, è in Italia da 8 anni e prima aveva un lavoro di Colf, ma è stata - lo dice con una punta di tristezza e le lacrime agli occhi - abbandonata dal padre della bambina. O ancora Aby e Barakissa, del Senegal e della Costa D’Avorio. Quest’ultima, in attesa del suo terzo figlio, è in Italia da sei anni con il marito Madou, arrivato nel nostro Paese 11 anni fa e unico ad avere un lavoro seppur saltuario. Abu, invece, accompagnata dal marito Bay e dai primo figlio Mohammad, di sei anni, sta aspettando la sua prima bambina. In Italia da 18 anni e anche lui con lavori a tempo determinato e di pochissimi mesi, è riuscito a far arrivare la moglie nel nostro Paese appena tre anni fa.
Infine, i beni di prima necessità sono stati consegnati anche anche a chi è arrivato in Italia da più vicino, come Lazar, dalla Romania, Paloma, dalla Spagna e sposata con un italiano. Sono genitori di ben otto figli. Poi Oceanne, italiana e di origini africane. Nei prossimi giorni, invece, un "Dono per la Vita" gemellare verrà donato alla decina madre, Uwa.
Storie e provenienze, si diceva, diverse, ma sono tutte donne accomunate dall’aver voluto accogliere una vita, nonostante oggi in Italia - come ha sottolineato Maria Rachele Ruiu, membro del direttivo di Pro Vita & Famiglia, non sia così facile e scontato come in molti vogliono far credere, soprattutto se e quando si affrontano gravidanze difficili, indesiderate e con condizioni economiche precarie. «Nel nostro Paese - ha spiegato Ruiu - infatti, le donne sono spesso costrette a vivere l’attesa di un figlio sole e abbandonate, perché quando una gravidanza non è voluta lo Stato ha come unica e “facile” risposta quella dell’aborto». Oggi, invece, «siamo qui per ribadire che una vita è sempre una buona notizia, anche per il resto della società, mentre lasciare sole le donne e uccidere i bambini che portano in grembo è un’ingiustizia, troppo spesso mascherata dall’ideologia e che non tiene conto delle indicibili sofferenze fisiche, psicologiche, materiali e sociali».