“Love is love”: si sente dappertutto allo scopo di giustificare di tutto. Perfino le perversioni sado maso di “50 sfumature di grigio”.
Eppure, molti giornali, tra cui La Repubblica lanciano strali e trasudano sdegno per la morte di una cavalla, Tafna, causata, a quanto pare, dai ripetuti abusi sessuali di uno stalliere.
Noi siamo d’accordo. E siamo d’accordo che la bestialità (zoofilia, per chi è più politicamente corretto) è una perversione che va curata (ove possibile) e – come anche la stessa Repubblica chiede – deve essere adeguatamente punita e repressa.
Non tutti, però, la pensano allo stesso modo: esiste un vero e proprio partito di zoofili, per esempio in America, nel nord Europa, in Germania, che sostiene che se l’animale è consenziente “love is love”, e quindi l’amore non va represso, castrato, contrastato.
Noi riteniamo che gli istinti sessuali vadano educati, non vadano scambiati con i sentimenti, il corpo (proprio e altrui – e anche delle povere bestie) non va identificato in un banale oggetto di piacere ... insomma siamo bigotti e abbiamo diritto di parlare in nome della povera cavalla Tafna.
Ma coloro che vanno gridando in ogni occasione “love is love” e ci insultano e ci chiamano omofobi, lascino in pace lo stalliere perverso: potrebbe dimostrare che lui e Tafna si volevano bene, e che l’incidente che ha causato la sua morte è stato del tutto fortuito. Magari dovuto proprio ad un eccesso di amore.
Francesca Romana Poleggi