In risposta alle numerose interrogazioni giunte da una buona parte della società civile statunitense, in primo luogo dalle varie associazioni per la famiglia, l’American Psychiatric Association (APA) corregge la notizia circolata nei giorni scorsi riguardo alla “derubricazione” della pedofilia da “disturbo” a “orientamento” o “preferenza”. La correzione appare chiara e circostanziata, ma meno limpido è l’oggetto di tale passo indietro, elemento che l’APA definisce “un errore”; questo il testo diffuso dall’APA il 31 ottobre 2013:
http://www.dsm5.org/Documents/13-67-DSM-Correction-103113.pdf
“Dichiarazione dell’APA sull’errore nel DSM-5.
Errore di testo in correzione nel Disturbo Pedofilico.
Il Manuale Diagnostico e Statistico dei Disturbi Mentali dell’American Psychiatric Association (APA), Quinta Edizione (DSM-5) è stato recentemente pubblicato dopo una vasta ricerca pluriennale e la revisione di tutte le sue categorie diagnostiche.
Nel caso del Disturbo Pedofilico, i criteri diagnostici sono rimasti sostanzialmente i medesimi del DSM-IV-TR. Solo il nome del disturbo è stato cambiato da ‘pedofilia’ a ‘disturbo pedofilico’ per mantenere la coerenza con altri elenchi di disturbi nel capitolo.
‘Orientamento sessuale’ non è un termine usato nei criteri diagnostici per il disturbo pedofilico e il suo utilizzo nella discussione del testo DSM-5 è un errore e dev’esser letto ‘interesse sessuale’.
Infatti, l’APA considera il disturbo pedofilico una ‘parafilìa’, non un ‘orientamento sessuale’. L’errore verrà corretto nella versione elettronica del DSM-5 e nella successiva stampa del manuale.
L’APA rimane salda dietro gli sforzi per perseguire penalmente chi abusi sessualmente e sfrutti i bambini e gli adolescenti. Sosteniamo inoltre gli sforzi costanti per lo sviluppo di trattamenti per le persone con disturbo pedofilico, con l’obiettivo di prevenire futuri atti di abuso”.
Diamo atto all’APA della correzione, ma rimaniamo perplessi circa l’uso fatto, non smentito e non certo indifferente del termine “incriminato”, posto che lo si è trovato inserito in un documento che, pur se non definitivo, nondimeno portava l’ufficialità dell’APA, e intendeva esporre linee e impostazioni del nuovo Manuale Diagnostico e Statistico dei Disturbi Mentali. Saremo anche malpensanti, ma più che la correzione di un errore a noi pare una specie di riaggiustamento del tiro, o di passo indietro strategico. Non ci sembra così insignificante una “svista” tanto clamorosa, considerando anche il lavoro d’influenza costante e ormai pluridecennale delle organizzazioni pedofile internazionali (lavoro ben sostenuto da intellettuali fin troppo ascoltati sui “temi etici” come Peter Singer o Richard Dawkins) per raggiungere l’obiettivo del riconoscimento della pedofilia come orientamento sessuale.
Non diciamo che questo sia anche l’obiettivo dell’APA o di una sua parte, ma che un certo dubbio sulla fermezza e indipendenza dell’Associazione Americana di Psichiatria possa ritenersi più che legittimo, questo va concesso. Ben nota è, d’altronde, la vulnerabilità dell’Associazione, che cura quella che viene ormai considerata la “Bibbia della Psichiatria”, rispetto all’opinione diffusa e alle pressioni politiche, mediatiche e di lobby, fin dagli anni ’70. Quale miglior passaporto del DSM per una simile rivendicazione antropologica?
Sono, d’altra parte, diversi anni che numerosi esperti e professionisti nel campo psichiatrico come in quello del diritto paventano, quando non l’hanno apertamente predetto, un lento scivolamento della nosologia psichiatrica verso lo “sdoganamento” medico-scientifico, e della legislazione verso l’accoglimento giuridico-politico della pedofilia.
Errata corrige o contrordine?
di Giovanni B. Reginato