Il governo ungherese la settimana scorsa ha proposto un emendamento che permette ai bambini di essere cresciuti con una concezione cristiana dei ruoli di genere, contro la retorica LGBT.
L’atto legislativo è stato presentato dal ministro della Giustizia Judit Varga e in esso viene dichiarato che ai bambini deve essere garantita "un'educazione basata sui valori derivanti dalla cultura cristiana ungherese". Ovvero che "La base delle relazioni familiari è il matrimonio, la madre è una donna, il padre è un uomo."
In realtà a ben guardare, non ci sembrano nemmeno delle dichiarazioni confessionali, tanto meno dei dogmi di fede, ma semplicemente l’ovvio. Fatto sta che oggi fare semplicemente riferimento all’evidenza che è costituita, in questo caso, dal dato oggettivo della natura, è considerato un atto discriminatorio e si viene anzi, pure accusati di abbracciare un’ideologia (il più delle volte definita “ultracattolica”) quando invece, si tratta solo di un dato.
Inoltre nell’emendamento c’è scritto che si intende proteggere “il diritto dei bambini a mantenere l'identità di genere con cui sono nati", un modo chiaro per far fuori, in maniera netta e definitiva il fantasma dell’ideologia gender che tanti piccoli feriti sta generando nei paesi europei in cui viene imposta attraverso i corsi ad hoc che si svolgono nelle scuole.
Infatti, la scorsa settimana, il vice primo ministro Zsolt Semjen ha rincarato la dose affermando che l'Ungheria dovrebbe sancire, addirittura nella sua costituzione, il divieto della "propaganda di genere" per proteggere i bambini e ha aggiunto anche il suo deciso no alle coppie omogenitoriali, per il diritto di ogni bambino ad avere un padre e una madre. Ovviamente non sono tardate ad arrivare le proteste della comunità arcobaleno, tramite l’Hatter group che è il corrispettivo della realtà LGBTQI ungherese, che ha definito tali proposte eccessivamente “restrittive”, accusando anche il governo di dare la priorità a “sentimenti anti-LGBT” rispetto alle misure sanitarie.
"Proposte severamente restrittive, contrarie ai principi internazionali ed europei sui diritti umani, sono state presentate nelle ore successive alla ratifica parlamentare dell'ordinamento giuridico speciale", ha detto il gruppo in una nota. Ma ci sembra, invece, considerati gli effetti nefasti che il gender sta producendo ovunque venga instillato, che continuare a pensare e ad affermare che “le foglie sono verdi in estate” possa essere anch’essa considerata un’emergenza non sanitaria, educativa, forse, ma comunque un’emergenza per evitare stragi di menti e di anime.