Dell’ONU e delle sue agenzie, Unicef compresa, purtroppo ormai imparato che bisogna dubitare: la cultura della morte le pervade da tempo e loro la propagandano con gran spreco di quei danari che in teoria dovrebbero essere destinati a ridurre gli squilibri sociali e le povertà che affliggono ancora troppi Paesi nel mondo.
L’Unicef, per esempio esorta i governi a promuovere i diritti dell’infanzia... depenalizzando l’aborto.
Ultimamente una reprimenda dell’Unicef è stata indirizzata allo stato centramericano di Panama che dal ’90 ha ratificato la Convenzione sui diritti dell’infanzia, ma – secondo l’Unicef – non la rispetta: c’era un progetto dilegge – il n.61 – che si è arenato e che va rilanciato perché avrebbe messo in atto politiche pubbliche di “educazione integrale, attenzione e promozione della salute”.
In particolare, bisogna che si adoperi a prevenire le infezioni precoci in gravidanza.
– E come? – si potrebbe chiedere un ingenuo Lettore.
Ma è chiaro! Innanzi tutto, dice l’Unicef, bisogna depenalizzare l’aborto “in tutti i casi” (oggi è legale solo se serve a salvare la vita della madre o se la gravidanza è frutto di stupro), e poi “garantire agli adolescenti un facile accesso a contraccettivi a basso costo”.
Contraddicendo anche se stessa – che in occasione dell’iniziativa “I mille giorni d’oro” sottolineava quanto sia importante il nutrimento per gli esseri umani sin dai primi istanti di vita nel grembo materno – i bambini che meritano protezione, l’infanzia i cui diritti vanno promossi e tutelati per l’Unicef sono quelli da una certa età in poi. Quando sono piccoli e invisibili perché si celano nel grembo materno, evidentemente, i bambini per l’Unicef non esistono, perciò non hanno diritti.
Redazione
PS: Poi forse qualcuno dovrebbe spiegare all’Unicef che l’aborto sia in pillole che chirurgico è causa di gravi e ricorrenti infezioni per le madri che lo praticano. Ma forse, all’Unicef, della salute delle donne interessa poco. Eh già: se son donne non sono bambini...
Fonte: Agenzia Nova
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