La teoria del diritto progressivo, secondo la quale la legge va intesa come risultato della lotta sociale e politica, è un prodotto delle ideologie totalitarie che tendono a riaffacciarsi.
Secondo i totalitarismi, il sistema legale non deve contenere regole fisse ma fluide in continua evoluzione come una sorta di “legge viva” che cambia in base al modificarsi della società.
Da dove trae origine l’impostazione giuridica totalitaria, che oggi impronta smaccatamente il sistema cinese e ieri era coltivata per esempio nella Germania nazista? Dalla teoria darwiniana secondo la quale gli esseri umani rappresentano il prodotto evolutivo di un antenato comune primitivo e dunque sono degli animali al pari degli altri e del regno animale condividono le regole. Nel regno animale, è noto, vige la legge della giungla secondo la quale il più forte ha il diritto di spodestare e distruggere il più debole.
E’ questa la ragione per la quale i nazisti e i regimi totalitari non accettano l’idea che i diritti umani abbiano un’origine metafisica al di fuori, dunque, del diritto positivo emanato dall’uomo.
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Agli inizi del Novecento la maggior parte dei giuristi aderivano alla corrente positivista e pertanto rifiutavano l’idea che il diritto potesse avere una matrice indipendente dal volere politico secondo la classica teoria della legge naturale. Il risultato di questa impostazione culturale fu lo svilupparsi di una sorta di “moralità del padrone”, la legge della giungla in sintonia con i tempi, ragion per cui era inutile appellarsi a qualche legge che fosse al di sopra dell’oppressivo volere dello Stato (anche se qualcuno manteneva viva la speranza che a Berlino si potesse trovare ancora un giudice...).
Che cos’è il DDL Cirinnà se non la messa in pratica del principio suddetto della legge intesa come risultato della lotta sociale e politica? La comunità LGBT ritiene di aver ormai vinto la partita politica in base al fatto che ci sarebbe stata una mutazione della società in senso favorevole al mondo LGBT e dunque la legge non farebbe altro che ratificare il progresso evolutivo della società.
Però c’è un però: come giustificare la massa di persone che si è radunata al Circo Massimo il 30 gennaio con famiglie formate da padre madre e figli che hanno detto chiaramente no alla legge che incombe in Parlamento? Quel popolo che si è radunato in piazza non è convinto che le unioni civili siano un reale progresso per l’umanità, le ritengono addirittura un obbrobrio dal punto di vista giuridico. Forse li turba anche il pensiero di dover, a breve, pagare con la tassazione anche la procreazione medicalmente assistita eterologa (e dunque anche per le coppie omosessuali) dal momento che la procedura è stata recentemente inserita nei nuovi Livelli Essenziali di Assistenza (LEA).
Ce lo chiede l’Europa. Questo è il ritornello che viene ripetuto ogni qual volta bisogna ingoiare qualche rospo indigeribile.
Ce lo chiede l’Europa? Bene allora dobbiamo sapere che in Europa, attualmente, vige lo stesso spirito della legge che era in vigore nell’era nazista.
La Rosa Bianca