Riprendiamo e pubblichiamo l’articolo “Unioni civili, si allarga il fronte anti-Cirinnà”, pubblicato oggi su ilGiornale.it.
Il pezzo dà conto delle iniziative contro il ddl Cirinnà, tra cui la nostra petizione.
Vuole rispettare i tempi, Monica Cirinnà, per l’approvazione del ddl sulle unioni civili, che, dice in un’intervista al Corriere della Sera, spera possa arrivare in aula entro il 15 ottobre, “dopo il ddl costituzionale e prima della legge di bilancio”.
Ma la senatrice Pd deve fare i conti con un fronte di opposizione che si sta allargando e che continua a battersi su molti dei nodi che nel testo del ddl ancora sono poco chiari, dall’equiparazione delle unioni civili al matrimonio fino al nodo cruciale della stepchild adoption, ovvero la possibilità per uno dei coniugi di adottare il figlio naturale o adottivo del partner, definiti “paletti invalicabili” dallo stesso ministro Alfano. Il fronte anti Cirinnà che va formandosi insomma, raccoglie un po’ tutti: da Lega, Fdi-An e Forza Italia, ad Area Popolare e Ncd, fino ai cattolici della maggioranza.
E contro il testo del ddl iniziano ad arrivare anche le prime iniziative politiche che coinvolgono la società civile. Se ieri il movimento LGBTI e le reti per i diritti umani e civili hanno indirizzato al presidente della Repubblica Mattarella una lettera aperta, in concomitanza con la ripresa dei lavori in commissione Giustizia, in cui si chiede il rispetto dei diritti e la fine della “strumentalizzazione del testo costituzionale”, anche il mondo cattolico inizia a mobilitarsi sul fronte opposto, ovvero quello della salvaguardia della famiglia tradizionale. In particolare, Pro Vita Onlus e altre associazioni cattoliche hanno lanciato una petizione per convincere deputati e senatori a bocciare il ddl. L’iniziativa è stata ripresa e rilanciata dalla leader di Fratelli d’Italia, Giorgia Meloni, che invita a firmare la petizione per chiedere ai parlamentari di non votare il ddl Cirinnà, che di fatto, secondo la deputata, “introduce il matrimonio omosessuale in Italia” e rappresenta l’“anticamera per l’adozione alle coppie gay”.
Per il partito della Meloni, infatti, il ddl Cirinnà non è da emendare, ma da bocciare in toto. Il perché lo spiega a ilGiornale.it Federico Iadicicco, responsabile del dipartimento Vita e Famiglia di FdI-An: “se esiste un problema di diritti individuali nei confronti delle persone omosessuali, questo va affrontato singolarmente”. “In più”, continua il dirigente di FdI-An, “il testo del ddl contiene un grave vulnus all’art. 5, in cui è prevista la stepchild adoption, che di fatto consentirebbe l’adozione per le coppie omosessuali italiane di figli ottenuti tramite maternità surrogata all’estero, nei Paesi in cui questa pratica è consentita, e questo è inaccettabile”. Il compromesso ottenuto con l’adozione della dicitura di ‘specifica formazione sociale’ per le unioni civili, inoltre, secondo Iadicicco, “è una semplice alchimia politica, che non cambia la sostanza del ddl”.
“Abbiamo raccolto già 75.000 firme e dovremmo arrivare a quota 200.000 per fine settembre” afferma Toni Brandi, presidente di Pro Vita, che definisce il ddl Cirinnà come “pretestuoso, discriminatorio, dannoso per la società, contrario alla nostra Costituzione e deleterio per il futuro dei nostri bambini”. Tutti motivi che hanno contribuito a lanciare questa iniziativa, sostenuta anche dalla Lega. “Siamo favorevoli alla petizione e contrari al ddl Cirinnà” spiega infatti l’On. Massimiliano Fedriga, capogruppo della Lega alla Camera, raggiunto al telefono da ilGiornale.it. “La più grande criticità di questo testo è l’adozione”, afferma Fedriga, “non si può giocare sulla pelle dei bambini”.
“Il ddl Cirinnà è un attacco feroce alla famiglia”, continua il deputato della Lega, “che può essere attaccata dalla sinistra in due modi, a viso aperto, cosa che non fanno, oppure dicendo che tutto è ‘famiglia’, distruggendone così il concetto stesso”. Fedriga ha inoltre annunciato che la Lega ha dato il via ad una serie di iniziative sul territorio per contrastare l’educazione “gender”, “approvata all’interno della Buona Scuola e già attiva in alcune scuole italiane anche verso bambini piccolissimi”. “Un attacco feroce all’infanzia” per il leghista, “di cui la stampa preferisce non parlare”. Il fronte anti-Cirinnà sembra quindi allargarsi sempre di più, e una mediazione sul testo del disegno di legge entro il 15 ottobre, dunque, appare sempre più irreale.
Alessandra Benignetti
DIFENDIAMO I BAMBINI E LA FAMIGLIA DALLA LEGGE CIRINNA’