04/01/2014

Unioni civili gay – la risposta di alcuni Comuni veneti

Il registro delle unioni civili spopola anche in terra veneta. E’ di questi giorni infatti la notizia che anche il comune di Feltre si allinea alla cultura imperante dell’ideologia gender, istituendo l’albo delle coppie di fatto, etero od omosessuali che siano.

La maggioranza di centrosinistra, coadiuvata dal Movimento 5 Stelle, ambiscono, a dir loro, a supplire alle carenze dello Stato: “Tradurre i mutamenti della società” dichiarano “con esigente che trovano risposte secondo modelli di convivenza che di evolvono è anche uno stimolo del Comune allo Stato.”

La Lega Nord, in costanza di dibattito, propone un emendamento che, tenendo ferma l’istituzione del registro, andasse ad inserire due differenti categorie: “famiglie di fatto” per le coppie eterosessuali e “coppie di fatto” per quelle omosessuali. Proposta bocciata. Feltre non ammette discriminazioni.

Del resto, l’intento di creare uno strumento su misura per le coppie GLBT è chiaro, soprattutto quando inserisci come clausola necessaria e sufficiente per il riconoscimento i “vincoli affettivi”, concetto umanamente fondamentale ma troppo elastico per poter porre in essere un discrimine tra ciò che i intende per famiglia da ciò che non lo è.

E questo è il caso di Piazzola sul Brenta, altro Comune veneto, che ha istituito il registro delle unioni civili 2 mesi fa ma che festeggia l’iscrizione della prima coppia gay proprio sotto Natale: Alessandro e Daniele si sono sposati alle Azzorre ed hanno fatto richiesta all’Ambasciata italiana di attivare tutte le pratiche per il riconoscimento. In attesa che ciò avvenga, la coppia si è recata in Comune per registrarsi.

Alessandro tiene a ringraziare, Renato Marcon, il Sindaco di Piazzola sul Brenta: “Abbiamo apprezzato molto la sensibilità disinteressata dell’amministrazione sul tema dei diritti civili.” Certo, non vi è stata la medesima emozione del matrimonio ma con questo formale atto anche loro due potranno accedere a tutta una serie di servizi tradizionalmente rivolti alle famiglie, come “eventuali benefici comunali, ad esempio l’accesso ad asili nido o case popolari.”

Beh, che una coppia di omosessuali ringrazi il Sindaco per il riconoscimento di servizi quali “l’accesso ad asili nido” la dice più lunga di tanti ragionamenti sul tema

Redazione

 

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