Le unioni civili stanno per arrivare. Entro l’estate devono lasciare la Commissione Giustizia del Senato ed approdare in aula.
Da diverso tempo i giornali vociferano di una presunta accelerazione del ddl Cirinnà.
A noi sembra la solita strategia: far credere che ormai è fatta per fiaccare ogni forma di opposizione e costringere gli avversari al compromesso. Di certo dobbiamo stare in guardia, ma senza pensare di aver già perso. La battaglia è ancora tutta da giocare e infatti abbiamo lanciato la petizione per bloccare questo disegno di legge (vi invitiamo a firmare e far firmare qui).
Anche Monica Cirinnà mette fretta e dal suo sito ha lanciato un appello all’opinione pubblica invitandola a far sentire la sua voce e la sua richiesta di diritti, di libertà e di dignità. A dire il vero, la senatrice dovrebbe sapere che c’è un popolo che ha fatto sentire la propria voce per difendere diritti, libertà e dignità di bambini e famiglie: è il milione di persone sceso in piazza S. Giovanni il 20 giugno e i tanti altri rimasti a casa ma che la pensano allo stesso modo. Ma questi sono forse italiani di serie B, non meritevoli nemmeno di essere nominati…
Rivolgendosi alla comunità Lgbt, la Cirinnà incalza: “Se davvero vogliamo uscire dal pantano della Commissione Giustizia e dimostrare che il Parlamento e la politica sana sono in grado di liberare l’Italia dalle ragnatele del passato dobbiamo approvare al più presto il testo sulle Unioni civili. So bene che per molti non è sufficiente, ma ora basta tentennamenti. Renzi, senza il quale non saremmo ad un punto così avanzato, vuole chiudere entro l’8 di agosto! Molto bene: possiamo farcela! Sapete quanto mi sto spendendo, e vi dico sempre che la forza la prendo da voi, dai vostri amori, dalle vostre famiglie meravigliose, dai vostri bambini amatissimi”.
Quindi l’8 agosto sarebbe la data fatidica in cui la situazione verrà sbloccata. Staremo a vedere. Certo però che, con i 1700 emendamenti presentati e da discutere, e considerate le priorità del Governo (Rai e Pubblica Amministrazione), l’accelerazione sarà difficile...
Un dato però sembra sicuro. La Cirinnà ha un grande interesse a trasformare in legge il suo ddl. E non è una questione meramente ideologica.
Spulciando sul web, infatti, ci siamo imbattuti in un vecchio articolo di Dagospia, del 2009, in cui è scritto che la senatrice del Pd e il suo compagno, Esterino Montino (ex governatore della Regione Lazio dopo lo scandalo Marrazzo), sono comproprietari della Monester srl, sotto la cui gestione vi sono vari locali nel quartiere Testaccio, a Roma, frequentati da un pubblico Lgbt.
“Nei suoi locali – riporta l’articolo – ci sono oltre Le Rune [discoteca ndr] anche il Coyote bar ristorante, il Top five disco-bar e il Coyote discoteca, tutti marchi storici della zona, frequentati da clientela variopinta e da giovanissimi. Le serate le decidono i dj e a seconda della musica si attira clientela diversa. Sempre in rapporti di buon vicinato con i cugini dell’Alibi [adiacente disco-bar Lgbt, in passato trasferitosi momentaneamente proprio alle Rune ndr] e il variopinto pubblico dei suoi frequentatori. Spesso i clienti g-l-b-t vanno al Coyote a mangiare un boccone e poi si scatenano in pista all’Alibi, dove ogni trasgressione è concessa. E Montino batte cassa”.
Sembra quindi che la senatrice Cirinnà con il mondo gay e trans ci guadagni. Forse questa è una ragione in più per la quale ha tanto a cuore la celere approvazione delle unioni civili, ovvero del “matrimonio gay all’italiana”.
Redazione