Le unioni civili sono ormai ufficialmente legge dello Stato italiano.
Come apprendiamo dal sito del Quirinale, il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, ha firmato ieri, 20 maggio 2016, la “Regolamentazione delle unioni civili tra persone dello stesso sesso e disciplina delle convivenze“, ovvero la famosa legge Cirinnà (o, per meglio dire, Alfano-Cirinnà-Renzi).
Per l’entrata in vigore, adesso mancano solo la pubblicazione sulla Gazzetta Ufficiale e il decreto del Consiglio dei Ministri, da emanare entro 30 giorni, con cui si daranno agli ufficiali dello stato civile tutte le indicazioni e le istruzioni per la celebrazione delle ‘nozze’ gay.
Nonostante la palese incostituzionalità della legge, che de facto introduce nel nostro ordinamento giuridico il ‘matrimonio’ tra persone dello stesso sesso e, nonostante i problemi di copertura finanziaria già rilevati dal senatore Lucio Malan, il Capo dello Stato ha apposto la sua firma.
Nei giorni scorsi in molti hanno sperato in Mattarella, sollecitandolo a seguire l’esempio (un po’ pilatesco a dire il vero) di re Baldovino del Belgio, che si dimise per non firmare la legge sull’aborto. Non so in quanti abbiano realmente creduto che il nostro Presidente davvero potesse compiere un gesto coraggioso e controcorrente.
Per quanto mi riguarda, non ho mai avuto la benché minima illusione.
Mattarella è un ‘cattolico adulto’, appartiene al filone politico del “cattolicesimo democratico” e dunque non può non condividere un provvedimento di questo tipo. I suoi discorsi non hanno mai lasciato spazio a dubbi. Anche lui, come il presidente del Consiglio Matteo Renzi (artefice della sua elezione), potrebbe dire che ha giurato sulla Costituzione e non sul Vangelo. In verità, però, non ha seguito né l’una, né l’altro. La nostra Carta fondamentale, infatti, all’art. 29, riconosce e protegge la famiglia naturale come società naturale fondata sul matrimonio. Si tratta però di un articolo ignorato già da quando venne approvato il divorzio...
Ad ogni modo, di fronte ai diktat della lobby gay e dei poteri forti internazionali che la sostengono, Mattarella non poteva e non voleva certo opporsi. Vi immaginate cosa sarebbe accaduto? Lo avrebbero deposto immediatamente e massacrato mediaticamente.
Questa è la realtà. Questa la situazione. Ma noi non ci scoraggiamo e non ci arrendiamo. Siamo pronti alla disobbedienza civile, rivendichiamo il diritto all’obiezione di coscienza e invitiamo, ancora una vola, tutti i politici impegnati nelle elezioni a sottoscrivere il nostro “Patto per la famiglia naturale”.
Federico Catani
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