Anche in Italia il primo sì alle unioni gay, che porterà presto la discussione in Senato.
Alla faccia di tutti quelli che, in buona fede e con altrettanto buon senso, credevano che la nostra Nazione avesse gli anticorpi adatti per combattere queste influenze moderniste.
L’asse PD-Movimento 5Stelle-SEL sta andando a raccogliere qualche consenso trasversale anche tra i colleghi di Forza Italia.
Il testo che sarà votato in Aula dovrà essere un sunto del tre disegni di legge presentati in Commissione (a riguardo, leggi il nostro articolo in cui vengono succintamente descritti) ma, probabilmente, si attesterà il modello tedesco della convivenza registrata (Eingetragene Lebenspartnerschaft) che, nel suo primo articolo, sancisce che possono accedere a questo istituto solamente le coppie omosessuali. Quindi tanti saluti al riconoscimento delle coppie di fatto eterosessuali, aspetto che è stato strumentalizzato sino ad oggi per cercare di creare un minimo di consenso attorno a tali proposte. Adducendo l’eventualità che le unioni possano rispondere anche a coppie di eterosessuali momentaneamente impossibilitati o comunque non intenzionati a sposarsi, il focus dell’attenzione veniva magistralmente spostata dai gay.
Oltretutto, come espresso dal giornalista Marco Gorra sulle pagine di “Libero” di venerdì 20 dicembre, tale impostazione va a creare una profonda discriminazione nei confronti degli eterosessuali.
In ogni caso siamo arrivati al punto cruciale: per anni ci hanno detto che le unioni civili sarebbero andate a rispondere alle esigenze soprattutto della popolazione eterosessuale, ed alcuni ci hanno pure creduto. Ora, come dice il vecchio adagio, i nodi sono giunti al pettine, la via maestra si vede nitidamente all’orizzonte: legge sull’omofobia per ingabbiare il pensiero, controllo del mass media per intorpidire le coscienze, unioni civili sempre più vicine, Corte di Giustizia Europea che ne impone l’equivalenza con il matrimonio. Ed, infine, adozione, inseminazione artificiale, utero in affitto.
Redazione