“L’uomo, il corpo e la sessualità”: s’intitola così un interessante e utile libro pubblicato recentemente dalla Mimep-Docete a firma del sacerdote polacco Marek Dzienwiecki.
Un testo accessibile a tutti, indicato principalmente per le persone implicate nell’educazione (non solo affettiva e sessuale) delle giovani generazioni, ma nel contempo un testo complesso, come complesso è l’uomo.
Marek Dzienwiecki vive a stretto contatto con i giovani e ha alle spalle studi di teologia e di psicologia: due fattori, questi, che uniti e integrati lo hanno portato ad approfondire la conoscenza dell’uomo grazie all’antropologia cristiana e a rendersi conto che, nella società attuale, è importante mettere dei “puntini sulle i”, ossia fornire alcuni suggerimenti per far sì che gli educatori e i ragazzi non “perdano la bussola” e si lascino trascinare dalla cultura edonista ed effimera che oramai dilaga.
“L’uomo, il corpo e la sessualità” si suddivide in tre parti, una conseguente all’altra. Nella prima parte il sacerdote di concentra su “La formazione di una matura condotta del corpo”, andando a sviscerare l’importanza che esso ha – essendo il canale che permette all’uomo di entrare in relazione con l’altro -, ma anche mettendo in guardia da un uso sconsiderato della fisicità. Questo per arrivare ad affermare che «una persona matura è padrona del proprio corpo e capace di esprimere con la sua fisicità l’amore e la cura, la responsabilità nei confronti degli altri. È uno che con il suo corpo fisico sa dimostrare il valore dei legami interpersonali e li sa costruire: si tratta di una dimensione che va oltre la logica e la materia fisica del corpo stesso» (p. 56).
Nella seconda parte, invece, il focus viene posto su “La formazione dell’identità sessuale”. Qui Dzienwiecki evidenzia che uomo e donna hanno due modi diversi di vivere e di esistere: sono ugualmente persone portatrici di dignità, ma è proprio questo loro essere differenti che li attrae uno verso l’altro nell’ottica di una reciproca crescita. Cosa che in una coppia omosessuale non si verifica e che dovrebbe far riflettere sul fatto che non è corretto dare in adozione un bambino a una coppia gay.
«La verifica di un maturo atteggiamento riguardo all’identità sessuale è legata alla crescente integrazione personale in questo campo. Per integrazione si intende la capacità di agire e vivere nella società e nella vita privata nella pienezza della propria femminilità o mascolinità. Inoltre significa anche che la persona, senza perdere le capacità caratteristiche del suo sesso, impara dal sesso opposto tutto ciò che è di valore e importante per il suo modo di essere» (p. 102).
Uniti, uomo e donna aprono all’infinito.
Infine, l’ultima parte tratta “La formazione di una matura sessualità”: un aspetto importantissimo, ma che spesso oggi non viene vissuto in pienezza neanche da tanti adulti, uomo o donna che siano. La ragione di questa difficoltà può essere ricondotta al fatto che la sessualità umana è complessa in quanto multifattoriale: interessa il fisico, la psiche e lo spirito. Solo «raggiungere la maturità nel modo di vivere la propria sessualità permette a una persona di amare veramente e di essere responsabile, inoltre diventa fonte di un’incredibile forza e motivazione interiore» (p. 107).
In tutto questo, è evidente, gli adulti hanno un compito educativo importantissimo nei confronti dei giovani, con l’esempio di vita prima ancora che con le parole: accettarsi, amarsi, relazionarsi...
L’uomo è dunque un mistero di complessità e di meraviglia. Nulla è lasciato al caso. Un percorso verso l’acquisizione di una identità matura e adulta comporta fatica, cadute, impegno... ma porta infine alla gioia che deriva dalla capacità di amare e di amarsi, e dunque di sapersi donare in maniera piena nella relazione.
Teresa Moro
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