«Sai che i feti non possono urlare, giusto? Ho tagliato le corde vocali per prima cosa, quindi non c'è davvero alcuna possibilità, anche se sono abbastanza lontani da avere una laringe. Non mi scuso per aver praticato la medicina».
La licenza medica della dottoressa Leah Torres, cui è attribuita questa dichiarazione a dir poco raggelante, sarebbe stata sospesa dallo Stato dell’Alabama, come spiega un articolo di Life News. In qualità di direttrice medica del West Alabama Women's Center di Tuscaloosa, pare stia infatti affrontando un'indagine dopo che una donna sarebbe morta a causa di un aborto fallito a maggio.
È una dichiarazione che si commenta da sola, per il tasso di crudeltà che esprime. Non resta che rifletterci attentamente, per renderci conto ancor meglio dell’assurda mentalità abortista. Anzitutto, essa squarcia un velo sul profondo timore della verità che è una nota caratteristica dei sostenitori dell’aborto. Che urgenza ci sarebbe di tagliare per prima cosa le corde vocali, diversamente? Forse quel bambino sarebbe “meno bambino”, non sentendolo urlare?
È un po’ come quando i bambini si mettono la mano davanti agli occhi, credendo – dal momento che non vedono più chi hanno davanti – di non poter essere altrettanto visti. Non si può più nascondere l’umanità del concepito, specie dopo gli studi che continuano a riconoscerla.
Pare anche che in un’altra occasione la dottoressa abbia criticato gli ostetrici pro life: «Non mi interessa se hai una religione. Non mi interessa se hai problemi morali. Se non puoi occuparti dell'aborto, non andare in ostetricia, semplicemente non farlo». Del resto, il «Non mi scuso per aver praticato la medicina» era riferito all’aborto.
Strano che Ippocrate, nel suo Giuramento originale, avesse detto: «Non somministrerò ad alcuno, neppure se richiesto, un farmaco mortale, né suggerirò un tale consiglio; similmente a nessuna donna io darò un medicinale abortivo». Forse perché l’obiettivo vero della medicina è curare e salvare vite, non sopprimerle. E allora l’astenersi dal praticare aborti non è più roba da bigotti moralisti, ma una seria questione di umanità.