A prescindere dalle opinioni personali su questioni “gender” o sull’omofobia, i “liberi pensatori”, coloro che credono che in una società civile tutti debbano avere la libertà di farsi un’opinione autonoma e di esprimerla pubblicamente, sono contrari alla legge Scalfarotto, perché è sostanzialmente anti-democratica: introduce il reato d’opinione e nega quindi le libertà fondamentali garantite dagli artt.2 e 21 della Costituzione.
Ma una certa deriva anti liberale deve essere comune tra i personaggi “politicamente corretti”, che si auto definiscono paladini della democrazia, a ogni latitudine.
Negli Stati Uniti, infatti, Carol Tobias, presidente di National Right to Life News, ci informa che il senatore Harry Reid ha messo in votazione il prossimo 8 settembre un emendamento costituzionale che fondamentalmente andrà a minare gravemente la libertà di parola dei cittadini americani.
In base a detta proposta il Congresso e gli Stati – attraverso il potere di polizia – possono vietare a gruppi e individui di comunicare pubblicamente, per esempio con un blog su internet, eventuali critiche all’operato dei politici e dei candidati. Ciò al fine di non “influenzare le elezioni” . James Madison, uno dei “padri” della Costituzione americana, si starà rivoltando nella tomba...
Forse i nostri lettori sanno che in America, soprattutto nelle elezioni locali, i movimenti pro life hanno la forza di muovere molto l’opinione pubblica e i voti: in più parti si è dimostrata la posizione dei candidati pro life decisamente vincente, perché il popolo americano, di fondo, è per la Vita.
Giustamente, quindi, la Tobias ci fa notare che coloro che per primi sarebbero privati della parola sono proprio i più deboli, quelli che non hanno – già in sé – mezzi per farsi sentire, per esempio i bambini non ancora nati: per non “influenzare le elezioni”non si potrà più parlare nel nome di chi non può parlare.
Redazione