La Christian Medical & Dental Associations (CMDA), la più grande associazione sanitaria professionale religiosa degli Stati Uniti, celebra una significativa vittoria legale ottenuta dalla Corte d'Appello del 5° Distretto, che tutela la libertà di coscienza degli operatori sanitari, esonerandoli dall'obbligo di eseguire aborti.
La decisione, che definisce l'aborto come una pratica non coerente con i principi dell'assistenza sanitaria, si allinea con la visione della CMDA, che considera la salvaguardia della vita, in ogni sua fase, una priorità fondamentale del settore medico. «Questa sentenza rappresenta un passo importante nel proteggere i medici dall'essere costretti a compiere atti che contraddicono il loro giuramento di non nuocere e le loro convinzioni personali», ha dichiarato Jeffrey Barrows, vicepresidente senior per la bioetica e le politiche pubbliche della CMDA. «L’aborto, lungi dall'essere un atto di cura, rappresenta una violazione del principio fondamentale di preservare la vita umana».
La causa State of Texas vs Becerra, in cui la CMDA si è unita all'American Association of Pro-life Obstetricians and Gynecologists (AAPLOG), ha visto il Dipartimento della Salute e dei Servizi Umani degli Stati Uniti (HHS) tentare di utilizzare l'Emergency Medical Treatment and Labor Act (EMTALA) per obbligare i medici a fornire aborti in pronto soccorso. Tuttavia, un tribunale distrettuale federale ha bloccato questo tentativo, sentenza poi confermata - come detto - all'unanimità dalla Corte d'Appello.
Questa decisione non solo tutela i medici in Texas, ma estende la sua protezione ai membri di AAPLOG e CMDA in tutto il Paese, rafforzando la libertà di coscienza di migliaia di operatori sanitari in innumerevoli pronto soccorso e ospedali negli Stati Uniti. Ryan Bangert, vicepresidente senior per le iniziative strategiche dell’ADF, che ha rappresentato la CMDA in tribunale, ha sottolineato il ruolo vitale degli ospedali nel preservare la vita, rimarcando l'illegalità della mossa del governo federale volta a trasformarli in strutture per aborti.
«Questa sentenza ribadisce un principio fondamentale: gli ospedali sono luoghi dove la vita viene salvata, non dove viene annientata. Il mandato governativo che cercava di trasformare i pronto soccorso in cliniche per aborti era non solo inappropriato ma anche illegale. Siamo grati che i tribunali abbiano riconosciuto il diritto fondamentale dei medici di agire in conformità con la loro coscienza e la loro fede» ha affermato sempre Bangert.
La CMDA, rappresentata dall'Alliance Defending Freedom (ADF), continua il suo impegno per difendere la libertà religiosa, la libertà di parola, la sacralità della vita, i diritti dei genitori e i principi biblici sul matrimonio e sulla famiglia. La vittoria legale conseguita riflette un passo avanti significativo nella tutela dei diritti e delle libertà fondamentali degli operatori sanitari, confermando che l'aborto, in netto contrasto con i principi etici della medicina, non può essere considerato una forma di assistenza sanitaria.
Fonte: LifeNews