«I Figli non si comprano, l'utero in affitto diventi reato universale. Sono partite le nostre affissioni su Roma e nelle principali città italiane con l’immagine di un bambino in un barattolo - trattato come un prodotto da comprare in un supermercato - e con l’invito a firmare la petizione popolare che ha già raggiunto 33.000 firme. Manifesti tra l’altro già vandalizzati a Bergamo. I figli nascono solo da una mamma e da un papà e hanno bisogno di crescere con entrambi, non essere trattati come oggetti e privati di uno dei due genitori, per i desideri ideologici di chi vuole avere “figli” a qualsiasi costo. Far diventare l’utero in affitto reato universale è un’esigenza non più rimandabile e proprio oggi sono iniziate in Commissione Giustizia alla Camera le audizioni sulla proposta di legge per renderlo tale. Abbiamo ascoltato la surreale difesa dell’utero in affitto da parte dell’Associazione Coscioni, di Famiglie Arcobaleno e della rete Lenford per i diritti Lgbtqia+, ma l’unico diritto in ballo è quello dei bambini a non essere trattati come merce. Auspichiamo quindi che la Pdl sia approvata dal Parlamento in tempi rapidi e in modo compatto, senza farsi irretire dai sindaci “disobbedienti” che, per mezzo delle trascrizioni anagrafiche, vorrebbero legittimare proprio questa aberrante pratica. A tal proposito, infatti, ben venga quanto fatto dalla Procura di Padova che ha chiesto al Comune gli atti delle iscrizioni dei figli di coppie omogenitoriali per sottoporli al vaglio del Tribunale». Così Jacopo Coghe, portavoce di Pro Vita & Famiglia Onlus.
Sotto: uno dei manifesti imbrattati e vandalizzato a Bergamo