12/07/2023 di Luca Marcolivio

Utero in affitto. Di Maggio (FdI): «Opposizioni strumentalizzano i bambini»

Il mercimonio che si compie ogni giorno sui corpi di migliaia di donne e migliaia di bambini dovrebbe suscitare la repulsione di chiunque. C’è però chi, sull’argomento dell’utero in affitto, fa sofismi e manipola il concetto dei “diritti dei bambini”. E’ infatti questa la narrazione – di una parte della minoranza – di chi vuole spingere per questa barbara pratica, di cui si sta discutendo in questi giorni alla Camera dei Deputati per renderla reato universale. A sottolinearlo è l’onorevole Grazia Di Maggio (FdI) che, intervistata da Pro Vita & Famiglia, si è detta comunque fiduciosa in una rapida approvazione legislativa.

Onorevole Di Maggio, qual è l’obiettivo di fondo del disegno di legge che vuole rendere l’utero in affitto reato universale?

«L’obiettivo è quello di arginare un business sempre più incombente che in India ha toccato i due miliardi di dollari, che continua ad aumentare in modo esponenziale di anno in anno e che altro non è se non lo sfruttamento di donne povere, in condizioni di bisogno, da parte di persone benestanti. Con la nostra proposta di legge, noi vogliamo rendere questa pratica reato universale, innanzitutto, per un motivo: in Italia è già vietato dalla Legge 40/2004, però, è un reato non perseguibile, perché si tende a bypassare la legge, recandosi all’estero. Ovviamente le opposizioni tentano di strumentalizzare la nostra proposta di legge, parlando di “diritti dei bambini”, anche se la norma non entra nel merito di questi diritti dei bambini. Se proprio vogliamo soffermarci su quello che accade con la trascrizione, accadrebbe quello che già accade con le madri single: un riconoscimento, una trascrizione legata al genitore biologico, in questo caso senza discriminare nessuno ma se il genitore biologico ha un partner, questo partner poi deve andare incontro all’adozione in casi particolari: lo ha ribadito il ministro della Famiglia, Eugenia Roccella, tenendo conto che le strumentalizzazioni soprattutto rispetto ai diritti dei bambini sono tante e non si affronta mai il tema in maniera corretta. Noi, comunque, con questa proposta di legge, vogliamo tutelare i bambini e tutelare le donne, quindi, andare incontro alle richieste delle categorie più deboli e vogliamo fornire anche un indirizzo di civiltà, che possa essere spendibile anche in altre nazioni, in cui è ugualmente vietato l’utero in affitto ma si tende a bypassare questo divieto».

Ritiene che questo disegno di legge possa guadagnare un consenso parlamentare trasversale, evitando quindi di essere etichettato come un provvedimento “governativo” o “di centrodestra”?

«Ci auguriamo questo disegno di legge possa godere di un consenso trasversale. È una tematica che dovrebbe trovare tutti d’accordo. Si parla di diritti dei bambini e diritti di donne che dovrebbero mettere a disposizione il proprio utero dietro pagamento, quindi, non c’è nulla di più abominevole di questo. Devo dire che anche alcune femministe e qualche deputato di sinistra si sono schierati a favore della nostra proposta di legge. Non abbiamo trovato, però, l’unanimità in Parlamento. Al contrario, si tende a strumentalizzare, affermando che con questa proposta di legge si va a discriminare il bambino nato con questa pratica all’estero, per poi essere portato in Italia, anche se effettivamente, poi, questa discriminazione non c’è. Sarebbe bello avere un voto unanime ma temo che questo non avverrà».

Il reato di utero in affitto è già previsto dalla Legge 40 che, però, negli anni, è stata demolita dalla magistratura, ad eccezione proprio di questo aspetto dei rivolti penali. Sono però arrivate, nelle ultime settimane, le due sentenze di Milano e Padova: ritiene possa rappresentare il segnale di un’inversione di tendenza da parte dei tribunali?

«È un segnale sicuramente positivo perché le leggi vanno rispettate e i sindaci non possono pensare di essere al di sopra delle leggi, quindi di amministrare e registrare a seconda della propria volontà o delle proprie idee. Tornando alla Legge 40/2004, devo dire che effettivamente viene applicata ma non in toto. Questo vuoto da colmare della giurisprudenza prevede anche il divieto di pubblicizzazione di questa pratica su tutto il territorio nazionale: questo è un aspetto che sappiamo viene spesso e volentieri eluso, allestendo addirittura fiere che vengono mascherate nei contenuti e nel nome, andando poi a pubblicizzare anche la commercializzazione dei gameti, che in Italia ovviamente è vietata. Ci si nasconde dietro determinate parole, per poi, alla fine, bypassare la legge. Noi vorremmo che questo non accada più. Speriamo quindi che il disegno di legge per l’utero in affitto reato universale riesca a passare al più presto alla Camera, per poi passare al Senato».

Quali saranno i prossimi passi nell’iter legislativo?

«La discussione generale l’abbiamo affrontata, adesso aspettiamo che venga calendarizzata, se non in questa, in una delle prossime settimane. Lo porteremo all’attenzione dell’aula con il voto, poi, per l’appunto, passerà al Senato».

 

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