22/07/2016

Utero in affitto e “famiglia” gay: l’approvazione della CEDU

La Corte Europea dei Diritti dell’Uomo evidentemente è votata alla tutela dei diritti dell’uomo in senso stretto: non le interessano i diritti delle donne e dei bambini, usati e mercificati attraverso l’utero in affitto.

Apprendiamo che ieri, 21 luglio 2016, la Quinta Sezione della Corte Europea dei Diritti dell’Uomo (CEDU) si è pronunciata sui casi Foulon e Bouvet v. Francia in maniera non certo positiva per quanto riguarda i diritti dei bambini. Cliccando qui è possibile leggere il testo della sentenza in francese. 

Ma ricordiamo prima brevemente di cosa si tratta, perché i fatti risalgono a due anni fa.

Foulon v. Francia (n. 9063/14) è il caso di un uomo che, volendo un figlio, ha deciso di comprarlo da una madre surrogata indiana, che ne è anche la madre genetica. In cambio di un pagamento di 1.300 euro (dunque assolutamente low cost, ma – si sa – in India si accontentano di poco pur di mangiare) la donna, che non ha mai incontrato il signor Foulon personalmente, ha rinunciato a tutti i suoi diritti di madre.

Bouvet v. Francia (n. 10410/14) è simile ma riguarda una coppia gay e due bambini.

Ebbene, le autorità francesi si erano rifiutate di trascrivere i certificati di nascita di questi figli nati con utero in affitto e quindi di riconoscere l’appartenenza biologica, stabilita in India, tra questi genitori e i loro bambini. In Francia, lo ricordiamo, il ricorso alla maternità surrogata è illegale, in base all’art. 16 § 7 del Codice civile.

La CEDU però ha constatato all’unanimità una violazione del diritto alla vita privata dei bambini, ex art. 8 della Convenzione europea dei diritti dell’uomo e nessuna violazione della stessa Convenzione per quanto riguarda la vita familiare dei ricorrenti (§§ 55-58).

Dati i pronunciamenti in tal senso già espressi nei casi Mennesson e Labasse v. Francia (in cui praticamente si sono già spalancate le porte all’utero in affitto, nonostante la legislazione francese attualmente vigente) e in altre occasioni, c’era da aspettarselo (vedere anche qui). Però è da ricordare che il signor Bouvet, che ha ordinato i suoi due figli in India, è legato ad un altro uomo con un’unione civile. Riguardo al signor Foulon, la stessa Corte afferma – con tutta tranquillità – che si tratta della compravendita di un figlio da una donna indiana.

In tal modo, la CEDU, preposta alla difesa dei diritti umani, approva il mercimonio di bambini, non ritiene un problema privarli scientemente della madre e sancisce la bontà della “famiglia” omosessuale per la loro crescita.

Redazione


DONA IL TUO IL 5×1000 A PROVITA! Compila il modulo 730, il CUD oppure il Modello Unico e nel riquadro “Sostegno delle organizzazioni non lucrative di utilità sociale e delle associazioni di promozione sociale” indica il codice fiscale di ProVita94040860226. GRAZIE!

Questo articolo e tutte le attività di Pro Vita & Famiglia Onlus sono possibili solo grazie all'aiuto di chi ha a cuore la Vita, la Famiglia e la sana Educazione dei giovani. Per favore sostieni la nostra missione: fai ora una donazione a Pro Vita & Famiglia Onlus tramite Carta o Paypal oppure con bonifico bancario o bollettino postale. Aiutaci anche con il tuo 5 per mille: nella dichiarazione dei redditi firma e scrivi il codice fiscale 94040860226.