Troppo spesso se sappiamo fare qualcosa riteniamo giusto farlo. Troppo spesso lo scientismo moderno accampa questa giustificazione (si può) per fare ciò che la retta morale vorrebbe fosse attentamente ponderato o addirittura vietato. In più ci si aggiunge il mito del (falso) progresso.
Ecco l’ennesimo esempio.
Un biologo molecolare dell’università di Kyoto ha usate cellule di pelle di topo per creare “cellule primordiali, in germe”. Le ha maturate come cellule uovo, le ha fecondate, e le ha impiantate in una femmina che ha dato alla luce un bel topolino.
Immediatamente gli omosessuali, che le cellule uovo le devono comprare, se vogliono fecondarle per avere un figlio (da un utero in affitto), hanno chiesto quando la tecnica sarà possibile per gli esseri umani.
La società di genomica californiana “23andMe” ha annunciato di poter selezionare molti dei caratteri genetici degli embrioni, attraverso uno screening e una manipolazione dei cromosomi: altezza, colore degli occhi e dei capelli, muscolatura, carattere, rischio di sviluppo di determinate malattie, aspettativa di vita… Avevano detto che lo avrebbero fatto nel senso di eliminare i cromosomi difettosi. Ma già si prevede che presto lo faranno per scegliere i cromosomi desiderati: un bambino messo su in una sorta di catena di montaggio, pezzo per pezzo, come i committenti desiderano. Perché no, se si può fare?
E – diciamola tutta – i guadagni che prospettano queste attività sono esorbitanti, cifre da capogiro…
E tanto più si procede nel mettere un’etichetta del prezzo sui bambini e sulle loro singole parti, tanto più si svaluta, si annichilisce e scompare, il valore di ogni essere umano.
Francesca Romana Poleggi
Fonte: Life News