150.000 bambini nati all’estero e in attesa di trascrizione all’anagrafe? Si tratta di una bufala clamorosa, sono al massimo «nell’ordine del migliaio». Firmato Corriere della Sera. No, non si tratta di una esagerazione bensì dell’esatto contenuto di un articolo uscito in questi giorni sul principale quotidiano italiano che, senza troppi giri di parole, fa letteralmente a pezzi la stima – veicolata a piene mani dagli attivisti Lgbt, Alessandro Zan in testa – secondo cui, siccome il Senato ha bocciato il regolamento europeo sui figli all’interno delle coppie omogenitoriali, oggi le nostre istituzioni si renderebbero responsabili del mancato «riconoscimento di 150 mila bambini che esistono e sono senza diritti».
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Ora, a parte che non è vero che l’Italia è isolata nella sua posizione – anche la laicissima Francia di Emmanuel Macron ha recentemente bocciato la proposta di regolamento europeo sul cosiddetto certificato di filiazione -, c’è da dire che non è affatto vero che in Italia ci sono migliaia di bambini senza diritti; ma soprattutto, non è vero che questi siano 150.000. «Il dato che circola in questi giorni, 150 mila bambini figli di coppie dello stesso sesso», si legge infatti sul Corriere, «è sbagliato. Si basa su un’interpretazione impropria di un numero riscontrato nel 2005 all’interno della ricerca “Modi di”, realizzata da Arcigay con il patrocinio dell’Istituto superiore di sanità».
Quello che è considerato il più autorevole quotidiano del Paese, spiega poi che «i bambini nati all’interno di coppie dello stesso sesso sono molti meno» anche se «nessuno al momento sa con certezza quanti, proprio perché lo Stato italiano non prevede una legge per riconoscerli e tantomeno si preoccupa di capire quanti sono». Ma per quanto approssimativa una stima può essere eseguita, sull’ammontare di questi minori? Secondo il Corriere della Sera sì. Infatti l’articolo in questione, come si riportava in apertura, si conclude così: «Il numero giusto è più probabilmente nell’ordine del migliaio».
Significa che la stima di questi bambini, da politici pro Lgbt e da giornalisti amici, è proposta in una dimensione aumentata enormemente rispetto a quella, secondo il Corriere della Sera – non Pro Vita & Famiglia -, ritenuta più plausibile. D’accordo, ma come mai questa sovrastima? Semplice: per ragioni propagandistiche e di tentato condizionamento dell’opinione pubblica. D’altra parte, si tratta di un trucco che in campo progressista praticano – purtroppo con un certo successo – da decenni. Ricordate, a proposito di numeri, che cosa si diceva in Italia ai tempi del dibattito sull’aborto? In un numero dell’Espresso del 9 Aprile 1967, si parlava di 4 milioni di aborti clandestini praticati in assenza - e in attesa – di una legge.
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Lo stesso Corriere della Sera, in quegli anni, dava spazio a stime molto elevate, anche nell’ordine del milione, degli aborti clandestini, in quella che poteva sembrare una sorta di competizione editoriale a chi la sparava più grossa. Ma come stavano veramente le cose? Secondo il professor Bernardo Colombo, demografo dell’Università di Padova, coautore di una ricerca elaborata con gli statistici Franco Bonarini e Fiorenzo Rossi, in Italia gli aborti clandestini erano – al massimo – 100.000; significa che le stime degli aborti clandestini che campeggiavano sulle pagine dei giornali dell’epoca erano aumentate, rispetto alle più plausibili, anche del 3900%. Da allora ad oggi di acqua sotto i ponti né passata davvero parecchia.
Eppure, come dimostrano i 150.000 bambini – del tutto immaginari, un po’ come le «gravidanze mentali» che secondo qualcuno vivrebbero le coppie composte da persone dello stesso sesso – il vizietto di mentire, il lupo progressista, non lo ha perso, anzi. In questo senso, bisogna rendere a Cesare quel che è di Cesare, ribadendo che quello del Corriere della Sera su questo tema è stata una piccola ma preziosa operazione verità. Il fatto è che purtroppo, nel frattempo, molti si saranno convinti che i bambini nati all’interno di coppie dello stesso sesso siano davvero 150.000. Questo perché, come ammoniva un saggio, quando la menzogna ha già fatto il giro del mondo, la verità spesso si sta ancora allacciando le scarpe.