A proposito di utero in affitto, i senatori che sono chiamati a votare in merito al ddl Cirinnà dovrebbero mettersi una mano sulla coscienza: se passa la Cirinnà, passa l’utero in affitto.
Ma siccome la coscienza deve essere rettamente formata, è indispensabile conoscere. Oltre a tutto ciò che abbiamo già detto, può essere molto utile leggere storie concrete di vita reale.
LifeSiteNews ce ne racconta una davvero commovente, che ancora una volta dimostra quanto sia forte il legame tra una madre ed il proprio figlio.
Eva May, poco dopo la nascita, avvenuta nel 1933, è stata data in adozione prendendo il nome di Betty Morrell. La sua mamma naturale, Lena Pierce, poiché all’epoca aveva solo 13 anni, non poteva prendersi cura di lei.
La famiglia adottiva, di Long Island, l’ha cresciuta come figlia unica regalandole un’infanzia felice.
«Sono stata davvero contenta di essere stata adottata da questa famiglia, sono cresciuta come una bambina molto felice» ha dichiarato la Morrey.
Ma come spesso accade, quando all’età di 30 anni ha scoperto che la sua madre biologica non era morta di parto ed era ancora in vita, è nato in lei il desiderio di conoscerla.
Così, dopo la morte dei suoi genitori adottivi, Betty si è messa alla ricerca delle proprie origini.
Una ricerca che ha incontrato molti ostacoli ma che alla fine, dopo ben cinquant’anni, ha avuto l’esito sperato: un duro lavoro che per la Morrey è valsa la pena.
È stato grazie a sua nipote, Kimberly Miccio, che dall’età di 12 anni ha iniziato ad aiutare la nonna tramite internet.
Dopo 20 anni di ricerche infatti, Kimberly – che adesso ha 32 anni – tramite il sito Ancestry.com è riuscita a contattare uno dei lontani parenti della nonna, che a sua volta l’ha messa in contatto con Millie Hawk, una delle quattro sorelle della Morrell.
Dopo aver parlato con la sorella ritrovata, la Hawk si è precipitata dalla madre per raccontarle l’accaduto. «Appena gliel’ho detto è scoppiata in lacrime – racconta Hawk – e ha chiesto “hai trovato la mia Eva May?”».
Così, nel mese di gennaio, dopo 80 anni, Betty Morrell, accompagnata dalla nipote Kimberly, ha potuto riabbracciare la madre ritrovata e sua sorella Millie.
«Nel momento in cui l’ho vista venire attraverso la porta di sicurezza, ho avuto la pelle d’oca» racconta Millie, parlando del primo incontro della sorella con la loro madre ormai 96enne, all’aeroporto di Binghamton, NY. «Quando mia madre l’ha raggiunta, Betty ha detto “Mamma”. Si sono abbracciate piangendo».
Questa storia ci viene a ricordare che nonostante l’adozione sia un meraviglioso strumento con il merito di restituire una famiglia al bambino che, per motivi contingenti, ha perso la propria, gli anni non diminuiscono il dolore della separazione tra una madre ed il proprio figlio.
Per questo bisogna battersi senza sconti contro l’abominevole pratica dell’utero in affitto, da chiunque venga utilizzata: con essa il bambino viene deliberatamente privato della sua mamma. E questa è una crudeltà indicibile.
Laura Bencetti