Lo scranno parlamentare val bene un utero in affitto ed un’unione gay. I cosiddetti “cattolici” di Nuovo centrodestra (Ncd) hanno ormai definitivamente scelto di stare dalla parte di Giuda, vendutosi per 30 miseri denari.
Leggiamo su La Nuova Bussola quotidiana che mercoledì 4 maggio la Camera ha «approvato le mozioni sulla maternità surrogata presentate da Pd, M5S, AP e parte di quella di Forza Italia e Sinistra Italiana. Bocciate le altre di Eugenia Roccella, Idea, Lega, Fratelli d’Italia, Conservatori e riformisti, Scelta civica e Des-Cd».
Avevamo già parlato del rinvio della discussione sul tema. E avevamo pure ricordato che una mozione sull’utero in affitto era ritenuta dai cosiddetti “cattolici” centristi – sostenitori del governo Renzi – un atto indispensabile perché potessero dare il loro assenso al ddl sulle unioni civili, che andrà in Aula lunedì 9 maggio. Un modo, insomma, per stare con la coscienza tranquilla, ammesso che ne abbiano una. O, meglio, un modo per farsi belli di fronte al loro sparuto elettorato, credendo sia composto di minus habentes (e forse hanno ragione riguardo a quelli che continueranno a votarli).
Infatti i testi approvati impegnano il governo, «a fronte del divieto della maternità surrogata previsto dalla legge 40/2004, ad avviare un confronto sulla base della risoluzione del Parlamento europeo; ad attivarsi, nelle forme e nelle sedi opportune, per il pieno rispetto da parte dei Paesi che ne sono firmatari delle convenzioni internazionali per la protezione dei diritti umani e dei bambini, e a promuovere a livello nazionale ed internazionale iniziative che conducano al riconoscimento del diritto dei bambini all’identità personale ed alla loro tutela, indipendentemente dalla modalità in cui sono venuti al mondo».
Sono state invece tutte bocciate le mozioni «che miravano tout court ad impegnare il governo ad assumere iniziative in ambito nazionale e sovranazionale per il contrasto e il sanzionamento di tutte le forme di surrogazione di maternità». Insomma, la galassia neo-democristiana si è comportata come suo solito: si è calata le braghe per mantenere il potere, preferendo la poltrona alla difesa di sacrosanti valori umani, prima ancora che cristiani. Giudicare tutto ciò una vergogna è troppo poco. Anche – e forse soprattutto – di questi ceffi, come di Renzi, ci ricorderemo.
Da notare poi che il riferimento al diritto del bambino all’identità personale presente nelle mozioni cui è stato dato il via libera, non c’entra nulla col diritto alla tracciabilità. Si tratta infatti solo di garantire l’iscrizione all’anagrafe del nascituro comprato da una coppia all’estero (e dunque del diritto al nome e al cognome). Tracciabilità significa invece far riconoscere obbligatoriamente le origini biologiche del soggetto nato da utero in affitto, permettendo così al nascituro di risalire alla madre e al padre che lo hanno generato. Ma di quest’ultimo diritto, ovviamente, il Pd non vuol sentir parlare.
Come volevasi dimostrare, i roboanti, patetici ed ipocriti proclami di Alfano sono finiti nel cestino. Per la stessa volontà del Ministro dell’Interno.
Come se non bastasse, «nelle premesse della mozione del Pd viene anche fatta distinzione tra la gestazione per altri dietro pagamento e la maternità surrogata portata avanti in modo gratuito come dono ad una coppia sterile. Una linea che è figlia di una visione femminista che pone l’accento solo sulla questione del mercimonio del corpo delle donne più povere». Del bambino, privato del diritto ad una famiglia, non importa niente a nessuno... E se mai qualche donna è disposta a dare l’utero davvero gratis, sarà uno dei casi di “mamma/nonna” o della “mamma/zia” o della “mamma/sorella” che rovinano le famiglie e certo non fanno bene alla psiche dei figli/nipoti/fratelli”...
«Il divieto di maternità surrogata, per essere efficace, andava inserito nel ddl sulle unioni civili – ha ricordato Eugenia Roccella – e invece, grazie al comma 20, quello che permette ai giudici di dare l’adozione del figlio del partner in base al principio della continuità affettiva, di fatto si legittima la commercializzazione della maternità e l’adozione gay».
Adesso Area Popolare voterà il testo sulle unioni civili, che in pratica introduce il “matrimonio” gay in Italia, con buona pace di Rocco Buttiglione, che sostiene il contrario (sì, proprio lui, il “discepolo” di Giovanni Paolo II...).
Unica, positiva, eccezione in questa storia di tradimenti e vigliaccherie, è l’on. Alessandro Pagano che coraggiosamente ha già annunciato il suo “No” alla fiducia sulla legge Alfano-Cirinnà-Renzi. Non ci resta che incoraggiarlo a lasciare quella banda di opportunisti.
Federico Catani
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