L’utero in affitto, la sublimazione del “diritto al figlio”, con conseguente mercificazione di donne e bambini è pratica legale – o comunque tollerata – in diversi Paesi, anche europei, che vengono chiamati ancora “civili”.
Sappiamo anche che il Parlamento Europeo è fortemente pervaso dal nichilismo della cultura della morte, tesa alla decostruzione dell’uomo e della famiglia e che si nutre di ideologia gender, omosessualismo, sessualizzazione precoce dei bambini. L’approvazione del rapporto Rodrigues e Ferrara ne sono l’ultimo esempio eclatante.
Ci attendiamo quindi che da Bruxelles comincino presto ad insistere per la diffusione dell’utero in affitto, come già accade per il matrimonio gay. E’ quindi importante giocare d’anticipo.
Perciò abbiamo accolto con favore il documento firmato da professionisti “Dichiarazione di esperti che chiedono l’abolizione della surrogazione di maternità” e il rapporto dell’associazione Professionisti per l’Etica che sono stati presentati all’ONU e al Parlamento europeo negli scorsi mesi, di cui vi abbiamo parlato qui.
Il 24 agosto Maria Luisa Peña ha presentato la Dichiarazione all’OAS (Organization of American States), a Washington (vedere qui).
Pochi giorni fa Leanor Tamayo, presidente di “Profesionales por la etica” l’ha consegnata al Parlamento Europeo di Bruxelles, a Teresa Jimenez Becerril, membro del Comitato sulla Donna, Iratxe García, Presidente della Commissione per le donne al Parlamento, e Constance Le Grip, coordinatrice del Comitato femminile del Partito Popolare.
Confidiamo che il dibattito in seno alle istituzioni europee inizi al più presto, dato che in ambiente femminista si nota qualche voce coraggiosa che si è levata, anche a sinistra, contro la barbarie dell’Utero in affitto.
Maria Luisa Peña e Azulema Mingarro l’8 e il 9 settembre hanno consegnato ufficialmente la Dichiarazione anche all’Alto Commissario per i diritti umani dell’ONU, a Ginevra, e alle missioni diplomatiche dei Paesi in cui l’utero in affitto è formalmente vietato, ma è tollerata la registrazione dei bambini comprati all’estero, come la Spagna, come è accaduto, grazie a qualche giudice creativo anche in Italia e poi Slovenia, Romania, Giordania, Nicaragua, Germania, Austria e Finlandia. Alcuni dei diplomatici hanno mostrato una certa sorpresa...
Ora, Profesionales Por La Etica vuole raggiungere anche il Consiglio d’Europa a Strasburgo.
Intanto cliccando qui si può ancora sottoscrivere la Dichiarazione.
Redazione
DIFENDIAMO I BAMBINI E LA FAMIGLIA DALLA LEGGE CIRINNA’