16/02/2016

Utero in affitto più usato dagli etero? Davvero?

Mentre con il “canguro” presentato dal PD si cerca di affossare definitivamente la democrazia e si vuole far approvare il matrimonio gay (con adozione) senza contraddittorio, senza discussioni, continua a girare per il web e a risuonare nei media di regime l’ennesima bufala: “L’utero in affitto è usato prevalentemente dagli etero”.

Premesso che – anche fosse vero – ciò non toglierebbe nulla alla turpitudine della pratica che viola la dignità di donne e bambini, che va vietata sempre. Ma proprio perché va vietata sempre, non va favorita attraverso norme compiacenti come l’art.5 del ddl Cirinnà (e relativo “canguro”), sarà bene fare chiarezza e ragionare serenamente, in vista del sommo bene che è la Verità.

Assuntina Morresi su L’Occidentale ha rifatto i conti: ha premesso giustamente che parlare in numeri assoluti non ha senso: le coppie eterosessuali stabili sono molte molte di più (ma proprio non c’è paragone: una dozzina abbondante di milioni) di quelle omosessuali (forse diecimila?).

La stima corretta va fatta in proporzione: quante coppie fra quelle eterosessuali fa figli con l’utero in affitto, quante fra quelle omosessuali maschili, e poi si confrontano le rispettive percentuali. 

Risultato: lo 0.0006%, cioè 6 coppie su 1.000.000, delle coppie etero ricorre all’utero in affitto, contro lo 0.3% (3 su 1000, circa 1 su 330) delle coppie omosessuali. Questi, quindi, praticano il turpe mercimonio 500 volte di più.

Sarebbe anche da rilevare, ancora una volta, che la minoranza degli omosessuali (che in sé sono già una minoranza, se no il mondo si sarebbe estinto da un pezzo) è interessata a matrimonio o figli concretamente. E’ prevalentemente una questione ideologica e lo dimostrano i numeri – bassissimi e che restano bassissimi – dei matrimoni gay nei Paesi dove sono consentiti. Quindi è ovvio che solo lo zero virgola ricorra all’utero in affitto (considerando anche il costo).

Comunque: Per le coppie di maschi omosessuali affittare l’utero di una donna (e comprare gli ovociti da un’altra, cosa che si dimentica troppo spesso) è l’unico modo per ‘avere’ un figlio biologicamente legato a uno dei partner. E’ questo che rende la questione così controversa e scottante: proibire la pratica significa ammettere che le coppie gay (e in particolare i maschi) non possono procreare”, dice giustamente la Morresi; “E’ questo che lega la stepchild adoption all’utero in affitto”.

Approvare la Cirinnà non serve quindi a “sanare” le poche situazioni che già esistono, e che possono essere sanate grazie ai tribunali, tramite ricorso all’art. 44 della legge sulle adozioni. quando il bambino resta orfano.

Con il ddl Cirinnà, invece, si renderà legale una menzogna gigantesca: si consentirà ad un bambino che ha un papà (e una mamma più o meno ignota, “affittata” da qualche parte), di avere legalmente un secondo papà, il che – appunto – è una menzogna.

Approvare il ddl Cirinnà, – conclude la Morresi – vuol dire aprire un percorso privilegiato per il futuro, promuovere l’odiosa pratica dell’utero in affitto, e legittimare contratti di compravendita, affitto, leasing – e chi più ne ha più ne metta – tra esseri umani.

Redazione

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