Un appello a Papa Francesco ci è sembrato importante in questo momento in cui il dibattito sull’utero in affitto è così caldo.
La sua attenzione per i poveri e i deboli è ben nota a tutti.
Oggi, tra i deboli più deboli ci sono certamente i bambini. E principalmente i bambini nel grembo materno.
Non solo da quarant’anni sono minacciati dal “diritto” all’aborto, ma oggi vengono assemblati su ordinazione, in laboratorio, impiantati nel grembo di una donna che li farà crescere per nove mesi, li partorirà, ma poi non sarà più la loro mamma.
Una donna dalla quale verranno spietatamente separati, una volta nati, e che non potranno mai più rivedere: saranno infatti venduti a ricchi “genitori d’intenzione”, con i quali potrebbero non avere in comune neanche un cromosoma.
Saranno l’equivalente della somma di denaro che essi hanno sborsato.
Diceva Kant che tutto ciò che ha un prezzo non ha dignità e tutto ciò che ha dignità non ha un prezzo: dov’è la dignità di questi bambini?
D’altro canto, questa barbarie consumistica ha smosso le coscienze delle femministe, che vedono la donna surrogante ridotta ad incubatrice umana, spesso sfruttata e comunque sempre calpestata nella sua dignità di donna.
Donne che firmano contratti capestro, che possono costringerle anche ad abortire, se qualcosa nel “prodotto in assemblaggio” non è di gradimento dei committenti (contratti che vengono predisposti in termini vessatori da avvocati sopraffini, non solo nei Paesi in via di sviluppo, ma anche nei “civilissimi” Stati Uniti, come testimonia recentemente un’indagine di Monica Sargentini sul Corsera).
Perfino il Parlamento Europeo si è pronunciato contro tale riprovevole mercimonio.
Chiediamo allora a Papa Francesco di far udire la sua voce autorevole, affinché cessi questo vergognoso business che fa profitti sulla pelle dei bambini e delle donne indigenti, che rischia di essere promosso dal nostro Parlamento mediante l’approvazione del disegno di legge Cirinnà sulle unioni civili. Quei bambini e quelle donne sono gli esseri umani più poveri. Quelli per cui questo mondo egoista, orgoglioso e assetato di denaro deve avere un po’ di misericordia.
Redazione