Si è tenuta questo pomeriggio (ed si è conclusa poco fa) nell’Aula della Camera, la prima giornata di discussione generale sulla proposta di legge presentata da Fratelli d’Italia in materia di perseguibilità del reato di surrogazione di maternità commesso all'estero da un cittadino italiano.
Molti gli interventi sia della maggioranza che dell’opposizione, tra chi ha ribadito la necessità di un provvedimento che sarebbe di civiltà e tutela delle donne e dei bambini e chi - tra progressisti e sinistra - si è lasciato andare ad assurde giustificazione di una pratica aberrante e discriminatori proprio per donne e bambini.
Innanzitutto a chiarire alcuni punti, soprattutto su un presunto - quanto falso - pericolo di discriminazione per i bambini, ci ha pensato Carolina Varchi, di Fratelli d’Italia e relatrice della proposta di legge. «Questa proposta di legge non interviene sullo stato civile, ma su una sanzione penale già esistente nel nostro Paese. Non è retroattiva e nessun bambino verrà discriminato in Italia» ha spiegato. «Riteniamo assolutamente congruente con il nostro ordinamento - ha aggiunto - l'adozione in casi particolari e riteniamo che questa proposta di legge non possa in alcun modo depotenziare questo istituto. Troppi equivoci si sono addensati su questa proposta di legge, che ha l'obiettivo di tutelare in assoluto la libertà e la dignità delle donne, e il concetto di maternità. Siamo convinti che i bambini non possano essere merce da acquistare, la maternità non può essere sostituita da un mercato che sta sviluppando numeri da capogiro a discapito delle donne».
Tra i deputati contrari alla proposta di legge Riccardo Magi, segretario di +Europa, e Benedetto della Vedova (sempre +Europa). Entrambi erano presenti, nella mattinata di oggi, a una manifestazione di un piccolo gruppo di persone organizzato dall’Associazione Luca Coscioni proprio contro la proposta di legge. Da molta stampa mainstream, inoltre, è stata citata la presenza di un sacerdote, don Giulio Mignani, parroco di Bonassola, in provincia di La Spezia. Peccato che nessuno, tantomeno lui nel suo intervento in piazza, abbia ricordato che è stato sospeso e allontanato dalla celebrazione dei sacramenti dalla Chiesa proprio per le sue posizioni in contrasto con il Magistero.
Tra le frasi più choc a favore dell’utero in affitto facciamo fatica a non citare quelle di Marco Grimaldi, di Alleanza Verdi Sinistra. Citando la giornalista Michela Murgia è stato addirittura detto che «la gestazione per altri non si può chiamare utero in affitto, né maternità surrogata, perché gravidanza - udite udite - non è per forza maternità». A rispondere a tono a Grimaldi è stato il deputato della Lega Stefano Candiani. «E’ difficoltà pensare a una logica quando si dice che la gravidanza non significhi per forza maternità. E’ difficile da digerire come affermazione», ha detto. «È difficile da comprendere anche proprio in logica quando si stendere dire che una madre partorisce un figlio, ma questa non è maternità».
Una posizione a metà strada è stata invece portata avanti da Luana Zanella, capogruppo di Alleanza Verdi e Sinistra, nel suo intervento a titolo personale nel dibattito sulla maternità surrogata. «Come militante ecofemminista e verde da anni esprimo netta contrarietà rispetto alla pratica della maternità surrogata, torno a farlo oggi in occasione della discussione del progetto di legge di Fratelli d'Italia, ricordando innanzitutto che stiamo parlando di un fiorente mercato globale in piena espansione. Secondo i dati più diffusi, ha raggiunto nel 2022 il valore di 14 miliardi di dollari, e si prevede possa raggiungere nel 2032 i 129 miliardi di dollari».
«Con la guerra in Ucraina - ha proseguito Zanella - le multinazionali della surrogacy hanno decentrato la produzione nei paesi dove il costo è più basso e le leggi più permissive, esattamente come succede con la produzione delle merci e dei servizi. A rischio è l'antico principio che ribadisce l'insopprimibile e incomprimibile primazia della madre nella generazione umana. 'Mater semper certa' - ha proseguito Zanella - indica che la nascita avviene grazie e in relazione alla madre e ciò precede e dà forma ad ogni costrutto sociale e giuridico, come insegna Luisa Muraro, filosofa e maestra di politica delle donne. Il legame materno non è fungibile». Nonostante queste sue posizioni personali Zanella ha comunque espresso contrarietà rispetto ai dettagli, di contrasto al mercato dell’utero in affitto, della proposta di legge di Fratelli d’Italia.
A tornare sui dettagli aberranti dell’utero in affitto, auspicando una larga votazione a favore del reato universale, è stata Grazia Di Maggio, deputata di Fratelli d'Italia. «Con questa legge - ha spiegato - non vogliamo perseguitare qualcuno, ma dare effettività alla protezione di un bene che già il nostro ordinamento tutela, rendendo la maternità surrogata reato universale, perseguibile in Italia anche per chi si rechi a compierla all'estero. I diritti dei bambini italiani già nati con pratiche che sono reato nel nostro Paese non sono in discussione e invece sono salvaguardati anche quando sono nati all'estero. L'idea che qualcosa sia lecito solo perché è tecnicamente possibile è la concezione più antigiuridica e dissolutiva del legame sociale che esista. Il complesso di beni che la legge 40 tutelava e che vogliamo garantire con questo correttivo è quello di non trasformare il corpo della donna in una infrastruttura temporaneamente somministrata a terzi, per produrre un frutto appropriabile da terzi, e non trasformare una nuova persona in una forma atipica ma riconoscibile di mercanzia»
«La sinistra - ha proseguito Di Maggio - vuole strumentalizzare il senso di umanità di tutti noi per affermare una logica del fatto compiuto, barbara e antigiuridica. Con questa legge stiamo fornendo un indirizzo di civiltà che potrà essere seguito anche da altre nazioni, che come la nostra vietano l'utero in affitto e subiscono da troppo tempo l'elusione di questo divieto, lasciando prosperare questo turpe traffico sulle fragili spalle di donne straniere. I bambini non si vendono e non si comprano» ha concluso.
Da segnalare anche un intervento sul tema, non in Parlamento ma per mezzo stampa, di Leoluca Orlando già sindaco di Palermo, intervistato per il web talk KlausCondicio, e in passato esponente del Partito Democratico. «La libertà e la vita non si possono trasformare in un mercato» ha affermato. «Sono stato il primo nel sud a celebrare le unioni gay - ha affermato - a riconoscere le coppie omosessuali a Palermo e a battermi costantemente negli anni per i diritti civili dei cosiddetti diversi. Sottoscrivo per intero le posizioni espresse dalla Schlein su questo punto ma sono assolutamente contrario all'utero in affitto».