Abbiamo esposto le nostre opinioni e le nostre perplessità a proposito del decreto legge che rende obbligatorio il vaccino per 12 malattie (equiparando cose serie come la poliomielite con cose molto più di routine come il morbillo) in questo articolo qui, che si intitola “Vaccino sì, vaccino no, vaccino perché?”
Oggi siamo costretti a tornare sul tema “vaccino perché” per la segnalazione di un nostro Lettore che ci ha davvero incuriosito. Allo scopo di evitare le bufale che girano in rete, abbiamo controllato le fonti: come potrete vedere sono tutte testate più che rispettabili.
C’è da fare una premessa: ricordiamo a tutti che a pensar male si fa peccato.
Una casa farmaceutica leader mondiale nella produzione di vaccini si chiamava Glaxo e adesso si chiama GSK.
Il Fatto Quotidiano nel 2014 riportava storie losche di corruzione che la coinvolgevano. Ma il 204 è passato e il passato – diciamo – non conta.
Nel Dicembre 2015, regnante in Italia Matteo Renzi, gli stabilimenti della Glaxo di Siena e di Verona erano in crisi e si paventavano più di 600 licenziamenti: ne parlava il Corriere della Sera. Informa Salus parlava di «delocalizzazioni nel sud-est asiatico, test sui bambini africani, smantellamento dell’apparato produttivo in Europa».
Poi, in 4 mesi, un miracolo di cui scrive Il Sole 24Ore .
Nell’Aprile 2016 la Glaxo non solo non licenzia più, ma decide di investire in Italia, anzi principalmente, in Toscana, un miliardo di euro.
Nel Settembre 2016 la Glaxo organizza a Verona un convegno: “Vaccini GSK: dall’innovazione all’implementazione“ cui partecipano centocinquanta specialisti tra igienisti, ginecologi e pediatri e pure il Presidente del Consiglio in carica, Matteo Renzi.
Nel Maggio 2017 il consiglio dei Ministri approva il decreto che rende obbligatorio il vaccino per 12 malattie, a pena di esclusione dei bambini dagli asili e a pena di multe da 500 a 7500 euro per i genitori che non facciano il vaccino ai bambini e ai ragazzi fino a 16 anni.
Ricordiamo ancora ai nostri Lettori che a pensar male si fa peccato.
Redazione
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