Proprio mentre si parla di riconoscimento dei diritti civili, unioni omosessuali e matrimonio gay, arriviamo all’assurdo: una vedova con i suoi cinque figli non viene considerata famiglia.
I ragazzi, di cui solo il primogenito è maggiorenne, ricevono 320€ al mese come quota della reversibilità del marito, superando 2800€ annui e, così facendo, sono meccanicamente considerati non più figli a carico.
Il che comporta tutta una serie di problematiche per la donna che non percepisce più le detrazioni per i figli a carico, l’assegno per il nucleo familiare (1200€ annui), deve fare per ciascuno un 730 –con i relativi costi- e non riesce più a scaricare le spese mediche in quanto, presi singolarmente, difficilmente si potranno superare i 170€ a persona. A questo si aggiunge che i figli che vanno alle superiori non accedono più alle scontistiche destinate a tutti gli studenti per i trasporti pubblici ed il figlio adottato, disabile al 100%, possedendo un “reddito” –la reversibilità, appunto-, non percepisce più l’indennità di frequenza per le scuole e la madre non gode più dell’esenzione del bollo auto prevista dalla Regione Lombardia.
Questi sono solo alcuni dei problemi che la donna ha dovuto affrontare e sta cercando di superare, anche con l’aiuto della comunità.
Ma la cosa più assurda, e che alla madre fa più male, è l’essere considerati sei individui singoli che, contingentemente, vivono sotto lo stesso tetto.
Non è solo una questione economica ma anche e soprattutto simbolica: “Vede, io il dolore per la perdita di mio marito e mio figlio li ho saputi affrontare e gestire. Da credente, ho dato un senso a tutto questo. Ma il fatto di non essere più famiglia mi devasta. Questo, davvero, è ingiusto” ha dichiarato la signora in un’intervista rilasciata a Libero.
Redazione