03/04/2013

Via Crucis al Colosseo. Quella XII Stazione in difesa della vita

Tenerezza e forza di Francesco. Così vicino al popolo, così insofferente di mozzette  e ritualismi. Papa Francesco che piace a tanti specie a “certa” stampa “laica” e cattolici “adulti”. Papa Francesco che presto – scommettiamo ? –  farà ricredere molti per la sua ortodossia, disagio imbarazzante come dimostra la sua opposizione in Argentina all’aborto e al matrimonio gay e da ultimo il suo “nihil obstat” alle meditazioni della venerdì santo quelle della via Crucis, in particolare la XII meditazione  preghiera ripercorrente la morte di Gesù in Croce. Meditazioni e preghiere, come noto, scritte da dei giovani libanesi “guidati” dal cardinale Bechara Boutros Rai.
Venerdì ero lì. Stretto, sulla collinetta alla destra dell’Arco di Tito. Il papa, un puntino bianco lontano. Sotto migliaia di fedeli. Dalle torce che si muovevano seguivo il camminamento dei crociferi e il trascorrere delle stazioni. Prima, seconda terza, quarta … decima…stazione dodicesima stazione. E’ la stazione della morte di Gesù. Gesù muore in croce ma prima  affida il suo spirito nella mani del Padre. “Padre, nelle tue mani affido il mio spirito”.  Il secondo lettore recita adesso la preghiera: “In questa notte di tenebre preghiamo perché tutti coloro che promuovono l’aborto prendano coscienza che l’amore non può che essere sorgente di vita. Pensiamo anche ai difensori dell’eutanasia e a color che incoraggiano tecniche e procedimenti che mettono in pericolo la vita umana. Apri i loro cuori perché ti riconoscano nella verità e perché si impegnino nell’edificazione della civiltà della vita e dell’amore. Amen”.
Non ricordo aceto così amaro ma allo stesso tempo balsamo più fragrante. Dalla celebrazione della via Crucis sgorga nuovamente e meravigliosamente il senso e la forza di una battaglia che ad occhi mai sopiti è sempre parsa chiara. Non defettibile. Sulla vita violata nei grembi come in quella medicalizzata dal falso pietismo; sulla vita profanata nei laboratori di vite artificiali come in quelle selezionate e azotate, mai recedere. Noi non lo abbiamo fatto.  In questa distribuzione di accenti non c’è adesso sconto per nessuno. Specie per quei pro life i nostri “fratelli” maggiori cui un certo irenismo ha sempre spinto sulla via del “male minore”. Come se sull’aborto ci possa essere un male minore ! Papa Francesco ha detto. Custodire la vita è custodire Cristo. E custodire Cristo significa riconoscere il creatore nelle creature. Non vedo molta “apertura” su questo.
Che l’impegno riprenda ancor più forte. I tempi e i segni non sono fausti. Chiara Lalli, il volto nuovo del relativismo laicista italiano ha pubblicato: “La verità, prego, sull’aborto”. Un “saggio” teso a smontare il segno del peccato e del rossore. Chiara dice che che abortire non lascerebbe nessuna conseguenza psichica, nessun trauma. Chiara come il Consiglio per i diritti umani dell’Onu con sede a Ginevra affermato che negare a una donna l’aborto equivale torturarla. E  c’è ancora chi dubita che schierarsi nettamente in difesa della vita è politicamente poco prodente ?

di Antonello Cavallotto

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