I nostri lettori sanno delle iniziative di preghiera a favore della vita, per la fine dell’aborto, che si tengono in tutto il mondo e anche in Italia.
Si sa che ai tempi del rovesciamento dei valori chi prega pacificamente rischia persino la galera, in paesi democratici, come il Canada, la Francia...
In Italia fa specie che gli attacchi contro queste manifestazioni pacifiche a favore della vita, sia quelle della Comunità Papa Giovanni XXIII, sia quelle dell’Associazione NO 194 e Ora et Labora in Difesa della Vita, provengono da chi nella ragione sociale si fregia del titolo di “democratico” (il PD) e da chi si intitola alla “libertà” (SEL).
L’avvocato Pietro Guerini, del Comitato No 194 scrive:
“PD, SEL e Rifondazione Comunista vogliono fisicamente impedire lo svolgimento della 9 ore nazionale di preghiera per la vita del Comitato NO194 a Bologna, che dovrebbe tenersi sabato 13 giugno prossimo“.
Non solo costoro organizzano “contestazioni e contromanifestazioni veementi, come avvenuto a Milano in occasione dei nostri cortei, (si vedano da ultimo quelle del 11-4-15), ... ora vogliono impedirci fisicamente di esprimere il nostro dissenso nei confronti della 194, che vogliamo abrogare mediante referendum (iniziativa a cui ci si iscrive attraverso il sito www.no194.org ) e tale proposito autoritario ed antidemocratico viene rivolto addirittura contro un sit-in di preghiera.
Il tutto in oggettiva violazione degli artt. 17, 19 e 21 della Costituzione”.
Basta leggere i propositi che hanno aprendo questi link:
http://www.prcbologna.it/2015/05/30/no13giugno/
https://www.facebook.com/events/674588989352352/
Il Pd di Bologna ha scritto al prefetto di vietare la manifestazione. Perché?
Perché “fortemente provocatoria”, che “offende la cittadinanza” e che veicola “espressioni di intolleranza”. Inoltre, il Pd teme “modalità aggressive” che potrebbero portare “spiacevoli conseguenze in termini di ordine pubblico e disagi alla cittadinanza” (così scrive Repubblica).
Ma se è provocatoria la preghiera (!), cosa bisognerebbe dire allora dei gay pride?
Noi concludiamo, allora, con l’appello di Guerini: “Chi non ha paura di questi metodi e condivide i nostri fini si unisca a noi, anche per rivendicare il diritto di pregare e di esistere come antiabortisti, come cattolici e come liberi cittadini”.
Redazione