In data 3 marzo 2016 il Consiglio Comunale di Pisa ha discusso e votato – con 17 mesi di ritardo – una mozione “urgente” (!) di condanna della violenza subite dalle Sentinelle in Piedi il 5 ottobre 2014.
Quel giorno la veglia fu interrotta dopo solo mezz’ora a causa della violenza dei contestatori che ne impedirono il regolare svolgimento.
Il grave fatto fu oggetto anche di ben due interpellanze parlamentari al Ministro dell’Interno.
La mozione, in maniera molto equilibrata, impegnava il Consiglio Comunale di Pisa a ribadire che, “indipendentemente dal contenuto, se legale e legittimamente espresso, chiunque può manifestare nei modi che preferisce con il diritto di non essere disturbato”.
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Inoltre impegnava il Consiglio Comunale a condannare “il disturbo arrecato” e la violenza e invitava “il Sindaco a incontrare il rappresentante delle Sentinelle in Piedi per esprimere la solidarietà rivolta al diritto di espressione”.
Il consiglio Comunale ha bocciato la mozione (12 voti a favore della bocciatura, 2 contrari e 4 astenuti).
Evidentemente i partiti di maggioranza e di estrema sinistra che siedono nel Consiglio Comunale ritengono legittimo e giusto impedire con violenza una pacifica manifestazione di pensiero e ritengono che quei cittadini, fatti oggetto quel giorno di prevaricazione e di insulti, non siano degni della solidarietà del Sindaco.
Ci chiediamo che cosa sarebbe successo se qualcuno avesse interrotto (con o anche senza violenza) una manifestazione ‘gradita’ ai partiti che comandano a Pisa.
Dopo quella prima veglia di insulti, offese e cartelli blasfemi, durante la quale i partecipanti hanno assistito a vere e proprie intimidazioni rivolte anche ai bambini e ad un’anziana signora in carrozzella, durante la quale hanno udito pesanti insulti rivolti ad un sacerdote, ed ancora hanno visto spintonare giovani e ragazze e pure una donna in stato di gravidanza e, per finire, la polizia costretta a scortare il portavoce e gli organizzatori, le Sentinelle in piedi hanno continuato a vegliare nella città di Pisa in piazze sempre più blindate dalle forze dell’ordine.
Da quell’ottobre 2014, infatti, le Sentinelle in piedi hanno vegliato ancora due volte nelle piazze pisane grazie ad un vero e proprio dispiegamento di agenti di polizia e carabinieri necessario ad evitare che gruppi, ogni volta più numerosi, di contestatori le aggredissero.
Non c’è che restare amareggiati e preoccupati nel costatare come le istituzioni cittadine di fatto sostengano le prepotenze dei violenti.
Chi fermerà i violenti quando le Sentinelle in Piedi scenderanno nuovamente in piazza a Pisa? Chi, se essi si sentiranno “spalleggiati” addirittura dalle istituzioni cittadine?
Quanto beffarde risuonano le parole così spesso pronunciate dagli esponenti della giunta pisana a proposito di democrazia, rispetto, tolleranza e non discriminazione.
Quanto poco credibili risultano quei progetti sul tema dell’ ”educazione alle differenze”, promossi sempre più dall’amministrazione cittadina nelle scuole pisane, quando è proprio il Comune a dare copertura a coloro che sono “educati” a reprimere con la violenza le differenze di opinione e di pensiero.
Costernazione e dolore, nell’assistere al disonore che questi politici gettano sulla città di Pisa, quelli stessi politici che sventolano il vessillo della città alle manifestazioni pro-lgbtq, quelli stessi politici che ospitano cortei anti-proibizionisti (vere e proprie zone franche per il consumo di ogni sorta di droga), e poi insultano liberi cittadini che pacificamente testimoniano per la famiglia e per la vita.
Le istituzioni pisane pensano forse di essere garanti di uno stato democratico?
Difendono davvero la pluralità di pensiero pacificamente espressa?
Tutelano davvero l’incolumità di tutti i cittadini?
Meditiamo gente, meditiamo…
Monica Redini