11/10/2014

Vita “degna di essere vissuta”: Simona Atzori pubblica “Dopo di te”

Quando la vita è “degna di essere vissuta” non spetta a noi giudicarlo. La vita è sacra, sempre. Però nel caso di Simona Atzori vorremmo sbilanciarci: certamente la sua è una vita più che degna...  Nonostante l’esser nata senza braccia, è una donna bella, vivace e realizzata. Pittrice, ballerina applauditissima e scrittrice. Cavaliere della
 Repubblica nel 2012, ambasciatrice per la danza nel giubileo del 2000, ha
 danzato con “Roberto Bolle and Friends”, al teatro antico di Taormina e
 alla Fenice di Venezia e davanti al Papa…

“Cosa
 ti manca per essere felice?”  è uscito nel 2011 per Mondadori. Il titolo parla da sé:

“Il merito di questa saggezza – scrive Antonio Carnevale su Panorama d’Italia – risiede nell’educazione che ha 
ricevuto a sua volta, dai suoi genitori. “Forse questa cosa non potrai
 farla così, ma in quest’altro modo sì”, le diceva Mamma Tonina, asse
portante della sua vita, perno di tutta quella dose di fatica,
 determinazione e gioia nel voler spingere la figlia a trovare il proprio
 posto nel mondo, come tutti. È Tonina, soprattutto, che giorno dopo 
giorno l’ha aiutata a trovare una via e un senso. Ed è stata la scomparsa 
di quella madre così importante a spingere Simona a pubblicare adesso il
 suo nuovo libro “Dopo di te” da poco in libreria (Mondadori), racconto di
 un lutto come tanti e proprio per questo è un esempio universale delle 
tante domande e dei dubbi che la morte di una persona cara porta con
 sé. “Mentre mia madre moriva, io, piano piano, perdevo, insieme a lei, 
anche le braccia e le mani che mi sostenevano ovunque. Adesso mi manca 
disperatamente raccontarle le cose. Se non lo faccio è come se non mi
 accadessero realmente. Così le ho scritte. Le ho scritte proprio per lei,
 per dirle come sono passata attraverso il dolore, cercando di essere alla 
sua altezza”.

“Dopo di te” è una lettera d’amore dove la cronaca delle giornate, della
 malattia, della perdita, si mischia a ricordi d’infanzia, insegnamenti di
 vita, quesiti difficili. “Nel dolore si può trovare un senso? Arriva un 
momento in cui è giusto smettere di lottare?”. È un libro intenso e
 difficile, quello di Simona. A dispetto della scrittura fluida, è un
 concentrato di emozioni che non dà scampo al lettore: lo inchioda alle sue 
responsabilità di essere umano, al suo obbligo di guardare in faccia ogni
 momento della vita, anche quando il dolore non ammette vie di fuga.
 Proprio come avrebbe fatto Tonina, che alla morte ha voluto arrivarci “da
 viva”: per non perdersi nulla.

Redazione

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