Quando la vita è “degna di essere vissuta” non spetta a noi giudicarlo. La vita è sacra, sempre. Però nel caso di Simona Atzori vorremmo sbilanciarci: certamente la sua è una vita più che degna... Nonostante l’esser nata senza braccia, è una donna bella, vivace e realizzata. Pittrice, ballerina applauditissima e scrittrice. Cavaliere della Repubblica nel 2012, ambasciatrice per la danza nel giubileo del 2000, ha danzato con “Roberto Bolle and Friends”, al teatro antico di Taormina e alla Fenice di Venezia e davanti al Papa…
“Cosa ti manca per essere felice?” è uscito nel 2011 per Mondadori. Il titolo parla da sé:
“Il merito di questa saggezza – scrive Antonio Carnevale su Panorama d’Italia – risiede nell’educazione che ha ricevuto a sua volta, dai suoi genitori. “Forse questa cosa non potrai farla così, ma in quest’altro modo sì”, le diceva Mamma Tonina, asse portante della sua vita, perno di tutta quella dose di fatica, determinazione e gioia nel voler spingere la figlia a trovare il proprio posto nel mondo, come tutti. È Tonina, soprattutto, che giorno dopo giorno l’ha aiutata a trovare una via e un senso. Ed è stata la scomparsa di quella madre così importante a spingere Simona a pubblicare adesso il suo nuovo libro “Dopo di te” da poco in libreria (Mondadori), racconto di un lutto come tanti e proprio per questo è un esempio universale delle tante domande e dei dubbi che la morte di una persona cara porta con sé. “Mentre mia madre moriva, io, piano piano, perdevo, insieme a lei, anche le braccia e le mani che mi sostenevano ovunque. Adesso mi manca disperatamente raccontarle le cose. Se non lo faccio è come se non mi accadessero realmente. Così le ho scritte. Le ho scritte proprio per lei, per dirle come sono passata attraverso il dolore, cercando di essere alla sua altezza”.
“Dopo di te” è una lettera d’amore dove la cronaca delle giornate, della malattia, della perdita, si mischia a ricordi d’infanzia, insegnamenti di vita, quesiti difficili. “Nel dolore si può trovare un senso? Arriva un momento in cui è giusto smettere di lottare?”. È un libro intenso e difficile, quello di Simona. A dispetto della scrittura fluida, è un concentrato di emozioni che non dà scampo al lettore: lo inchioda alle sue responsabilità di essere umano, al suo obbligo di guardare in faccia ogni momento della vita, anche quando il dolore non ammette vie di fuga. Proprio come avrebbe fatto Tonina, che alla morte ha voluto arrivarci “da viva”: per non perdersi nulla.
Redazione