Quando qualcuno, usando la testa, riconosce e protegge il diritto alla vita del concepito, è sempre motivo di gioia. Se poi a farlo non è una persona qualunque ma un giudice dello Stato, allora la gioia è doppia.
Come riferisce LifeSiteNews, Richard Humphries, giudice dell’Alta Corte irlandese, ha riconosciuto che per la Costituzione e la legislazione d’Irlanda, i nascituri godono di tutti i diritti dei bambini già nati.
L’occasione per affermare questa sacrosanta verità è stato il caso dell’espulsione di un uomo nigeriano da parte del governo. Caso assai complesso visto che l’immigrato stava aspettando un figlio dalla sua compagna irlandese e sosteneva di avere il diritto di restare nel Paese ospitante proprio in virtù del piccolo concepito, ma non ancora nato.
Nella sentenza emessa per dirimere la controversia, il giudice Humphries ha dichiarato che l’Ottavo Emendamento della Costituzione (approvato nel 1983 da apposito referendum popolare) riconosce il diritto alla vita del concepito. E questo significa che una volta nato, il bambino deve godere di tutti i diritti garantiti dalle norme irlandesi, che evidentemente vanno ben oltre il semplice diritto alla vita. Secondo il giudice della Corte Suprema, nel deliberare in merito all’espulsione del nigeriano, il governo avrebbe avuto il dovere di prendere in considerazione l’interesse superiore del suo bambino non ancora nato.
Il pronunciamento arriva in un momento cruciale. Potenti lobby internazionali stanno facendo indebite pressioni sull’Irlanda affinché venga abrogato l’Ottavo Emendamento. Bisogna dire che finora non sono riuscite a fare granché. L’unico “successo conseguito” è il Protection of Life during Pregnancy Act (del 2013), che ha consentito l’aborto per salvare la vita della madre. Purtroppo la legge include il rischio di suicidio tra i pericoli cui può andare incontro la donna.
La sentenza del giudice Humphries, però, potrebbe rafforzare il movimento pro-life irlandese, da tempo sotto attacco. Patrick Buckley, responsabile a Dublino della Society for the Protection of Unborn Children (SPUC), ha salutato con entusiasmo la decisione di Humphries, soprattutto perché, per l’appunto, giunge in un momento in cui le associazioni pro-aborto e i media stanno dando battaglia per introdurre nel Pese l’omicidio dei bambini.
Forti di questa sentenza, i membri della SPUC chiedono al governo di revocare la legge del 2013 e di opporsi a qualunque tentativo di cancellare o anche solo modificare l’Ottavo Emendamento.
«L’uccisione di bambini non nati tanto incostituzionale quanto immorale e pertanto non deve essere consentita in Irlanda» ha tagliato corto Buckley.
Federico Catani