Dietro al transgenderismo, all’omosessualismo e, in genere, alla ipersessualizzazione della nostra società c’è un enorme giro d’affari cui fa comodo la cultura che insegna ai genitori ad assecondare la disforia di genere dei bambini: se la piccina chiede alla mamma di avere anche lei il pisellino nei pantaloni, bisogna senz'altro accontantarla.
E così, il business dei sexy toys e delle "attrezzature" fatte per assecondare le fantasie di chi non è soddisfatto dal piacere che trae “dell’attrezzatura” che gli fornisce la natura prospera.
“Attrezzi” in silicone adatti a bambini e adolescenti, delle giuste dimensioni e proporzioni, si possono trovare anche su internet, per esempio sul sito "tranzwear.net" (ci rifiutiamo di mettere il link funzionante) dove si premurano di precisare che “In nessun modo sono destinati a sessualizzare il vostro bambino, né vanno presentati come sexy toys”, come invece dicono “i gruppi di odio” ... Andando poi a leggere nel dettaglio, vincendo un certo disgusto comprensibile solo a causa della nostra transfobia e il nostro “odio”, apprendiamo che alcuni di quei “cosi” (per bambini e adolescenti) sono adatti a una penetrazione non profonda (c’è scritto così).
Comunque, questa roba è decisamente costosa e non viene passata gratis dal Ssn. Quindi Betany Amborn si premura di offrire peni finti fatti all'uncinetto (come quelli nella foto, che è stata pubblicata anche su Facebook) li vende contro offerta, non pesano, non si scaldano e non diventano appiccicosi e scomodi. E vengono venduti in tutte le taglie e - se abbiamo ben capito - viene fornito anche il tutorial per farne da sé.